Alto Adige. Anche il CAI si unisce agli ambientalisti.

L’unità fra le associazioni ambientaliste e i comitati locali in Alto Adige si rafforza. Nel Dachverband,
l’associazione che dal 1982 fa sintesi dell’ambientalismo altotesino, dapprima ha riconosciuto il ruolo di
Mountain Wilderness Italia, e ora nelle sue ampie braccia trova accoglienza il CAI, settemila soci in
provincia di Bolzano.
Le battaglie che si stanno affrontando sono troppo importanti, impossibile agire isolati anche per una
grande associazione afferma il presidente del CAI provinciale Carlo Alberto Zanella. Fare fronte comune
rafforza tutti, si è più incisivi, permette scambio di esperienze e conoscenze del territorio.
Da tempo questa è la linea strategica dell’operare di Mountain Wilderness Italia, un po’ ovunque sostiene
questo indirizzo. Il presidente del Dachverband Josef Oberhofer conferma: – “…per noi l’ingresso del CAI
è una pietra miliare strategica, stiamo acquisendo un’enorme competenza a livello professionale, sociale
e saremo in grado di affermare i nostri valori in modo ancora più forte”-.

Carlo Alberto Zanella, Presidente CAI Alto Adige


Oggi la Federazione degli ambientalisti sudtirolese raduna 23 associazioni, mantiene un forte carattere
apartitico. Questo aspetto non significa che si abbandoni il confronto con la politica e anche con i partiti:
significa non schierarsi se non sui contenuti dei temi che si affrontano.
Tutte unite le associazioni sostengono da tempo temi complessi quali: il limite all’espandersi delle aree
sciabili come su Monte Pana, il Kalausberg in valle Aurina, le nuove piste a Plan de Corones. Anche in
positivo si affrontano temi che sostengono la limitazione della viabilità veloce e a esempio la creazione
del parco naturale del Sassolungo. Ci si impegna nel contrastare la motorizzazione delle alte quote con
elicotteri, auto, raduni, concerti oltremodo invasivi.
Anche in Trentino su vari temi operano coordinamenti di associazioni: sui grandi predatori, sulla difesa
delle acque e dei corsi d’acqua, sulla grande viabilità autostradale e nelle periferie. Sono situazioni
difficili da costruire e da alimentare. Ma posto di fronte alle ormai sempre più diffuse aggressioni
all’ambiente e agli spazi liberi l’ambientalismo non può fare diversamente. Ci si attende che il coraggio e
la determinazione presente nell’ambito del Sudtirol venga ripresa e diffusa in tutta Italia: partendo da
situazioni regionali che fanno strada, utili a fare maturare anche nel profilo nazionale identico coraggio.
Luigi Casanova