Bacino per l’innevamento artificiale di Anterselva: le organizzazioni ambientaliste presentano ricorso.
In occasione delle olimpiadi Milano-Cortina 2026 ad Anterselva è stato pianificato un bacino per l’innevamento artificiale, l’iter di approvazione della nuova infrastruttura è carente, senza valutazione di impatto ambientale e valutazione ambientale strategica, nessuna considerazione delle raccomandazioni delle autorità competenti e della normativa ambientale, l’intervento è stato pianificato all’interno di aree con pericolo valanghivo, infine l’esame delle alternative è stato svolto superficialmente e i costi previsti sono esplosi. Per questi motivi il Dachverband, Mountain Wilderness, Climate Action, Heimatpflegeverband Südtirol e Umweltring Pustertal hanno presentato ricorso.
Il bacino idrico previsto avrà un volume di 31.500 metri cubi e di conseguenza un enorme impatto sul paesaggio della valle di Anterselva, ulteriormente amplificato dalla costruzione di una grande opera di protezione contro le valanghe. Nonostante le forti preoccupazioni espresse dai cittadini e dalle organizzazioni ambientaliste e nonostante ci fossero alternative molto meno negative per il paesaggio e per l’ambiente, il comune e la provincia hanno comunque deciso di approvare l’intervento.
Mancanza di valutazione di impatto ambientale (VIA) e di valutazione ambientale strategica (VAS)
Nel caso di progetti con potenziale un impatto sull’ambiente deve essere effettuata la valutazione ambientale preliminare prevista dalla legge provinciale 17/2017. Nel caso di questo serbatoio, tuttavia, ciò non è stato fatto, ma è stata semplicemente accettata l’affermazione del progettista, secondo cui non sarebbe necessaria una Valutazione Ambientale Strategica senza alcun ulteriore approfondimento. Da un esame più attento dei documenti tecnici risulterebbero necessarie non solo la VAS ma anche la Valutazione di Impatto Ambientale.
Le osservazioni dei cittadini e delle organizzazioni ambientaliste sono state completamente ignorate
Il modo in cui il Comune di Anterselva non ha considerato le osservazioni dei cittadini e delle organizzazioni ambientaliste è motivo di grande preoccupazione. Infatti alcune obiezioni sono state respinte con l’argomentazione che il progetto è necessario per lo svolgimento delle Olimpiadi invernali, altre con la motivazione che non sarebbero state presentate entro i termini, nonostante fossero state presentate entro la scadenza ufficiale. Questa gestione antidemocratica dei diritti dei cittadini ha portato persino all’intervento del difensore civico e a una lettera presentata da tutte le associazioni al comune di Anterselva.
Esame superficiale delle alternative e elusione delle norme di protezione ambientale
Le alternative al bacino di accumulo elencate nei documenti di progetto, non sono mai state realmente prese in considerazione. La scelta è ricaduta in una zona con pericolo valanghivo, inspiegabilmente il progettista ha valutato questo aspetto solo come “leggermente negativo”, questo però comporterà la costruzione di un’opera antivalanghe, che impatterà ulteriormente sul paesaggio. Infine, l’intervento previsto è incompatibile con la legge provinciale 9/2018 “Territorio e paesaggio”, con il piano paesaggistico del Comune di Anterselva e con gli obiettivi del Piano Clima Alto Adige 2040.
L’intervento pianificato contraddice l’affermazione che i Giochi olimpici sono “sostenibili”
Nel dossier di candidatura per le Olimpiadi del 2026, è stato più volte sottolineato che non sarebbero state necessarie nuove infrastrutture. Con l’investimento di oltre 50 milioni di euro per l’ampliamento del centro di biathlon, questo proposito è venuto meno, inoltre la realizzazione di questo bacino con la relativa opera di protezione dalle valanghe, all’interno di un ecosistema naturale, è la dimostrazione che si vuole agire in maniera diametralmente opposta all’idea originale. Questo intervento, insieme a quelli di altre infrastrutture olimpiche, dimostra che il concetto di sostenibilità sia stato utilizzato per vincere la candidatura, ma poi è venuto meno, insieme all’ambizioso obiettivo di svolgere un’edizione sostenibile dei giochi olimpici.
Il ricorso delle associazioni ambientaliste, rappresentate dall’avvocato Ulrike Vent, è stato consegnato alle autorità amministrative l’11 settembre 2024. La decisione spetta ora al Tribunale amministrativo di Bolzano.