Collegamento sciistico Comelico – Val Pusteria,le associazioni replicano alle dichiarazioni della politica.
“La nostra lotta da voce a chi in valle non può parlare – investire a basse quote oggi non è una scelta lungimirante”
Italia Nostra, Lipu, Mountain Wilderness e WWF invitano la politica ad un confronto onesto.

In merito alle dichiarazioni della vicepresidente della Provincia di Belluno e del Sindaco di Comelico Superiore, riteniamo necessario chiarire i motivi della nostra opposizione al progetto STACCO, che include il collegamento sciistico Comelico-Val Pusteria, e rispondere alle accuse rivolte alle associazioni ambientaliste che rappresentiamo.
La narrativa di queste dichiarazioni è anacronistica e costruita su luoghi comuni. Ancora oggi, in piena crisi climatica, mentre sulle Alpi scorre l’inverno più caldo e povero di neve di questo secolo, si continua a sostenere lo sviluppo dell’industria dello sci a scapito dei beni comuni, del paesaggio, delle risorse autentiche che la montagna può offrire. La Banca d’Italia ha dichiarato, nel proprio rapporto annuale del 2022, che gli investimenti in ambito sciistico sotto i 2000 metri di quota non sono economicamente sostenibili.
L’area in questione è esposta a sud-ovest, compresa tra i 1.200 e i 1.900 metri di altitudine e pertanto estremamente vulnerabile agli effetti del cambiamento climatico. Investire risorse in un impianto sciistico in un contesto che, anno dopo anno, vede ridursi drasticamente l’innevamento naturale non è sostenibile: è una scommessa azzardata. La tutela della biodiversità e del paesaggio non può essere sacrificata per un modello di sviluppo che ha già mostrato i suoi limiti.
La nostra opposizione si basa su dati concreti, analisi scientifiche e il rispetto di principi che guardano al futuro e non alla mera continuità di modelli economici in crisi. Le accuse mosse ai rappresentanti delle associazioni di tutela ambientale rappresentano soltanto un modo per delegittimare il dibattito e continuare con il “business as usual”.
Inoltre, si evidenziano criticità in merito alla sostenibilità economica e sociale dell’intervento. I costi di gestione del collegamento sciistico potrebbero gravare sulle comunità locali, mentre i benefici economici principali derivanti dall’infrastruttura sembrerebbero destinati a un’azienda privata con sede fuori dal territorio. Si rileva, inoltre, che i prezzi attuali degli skipass potrebbero limitare l’accessibilità del servizio ai residenti e alle famiglie del territorio.
Le associazioni sottolineano l’importanza di un modello di sviluppo alternativo, incentrato sulla tutela e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale della montagna. Propongono investimenti in attività che garantiscano occupazione duratura, formazione e servizi per la popolazione locale, nel rispetto dell’ambiente e delle peculiarità del territorio.
Italia Nostra, Lipu, Mountain Wilderness e WWF auspicano un confronto costruttivo con le istituzioni e le comunità locali per individuare soluzioni sostenibili che possano garantire un futuro equilibrato per il Comelico, salvaguardando il territorio e le opportunità economiche per le generazioni future.