Corteo per il Monte Altissimo del tredici aprile, ecco com’è andata.
Tredici aprile 2025, la domenica delle Palme. Nonostante il maltempo e la ricorrenza festiva, un migliaio di persone sono sfilate attraverso il centro abitato di Seravezza: molti residenti della cittadina e delle frazioni collinari, appassionati di montagna e di bellezze naturali giunti dalla Versilia, dalla provincia ed oltre, perché il tema della distruzione delle Apuane riguarda anche chi vive in provincia di Lucca, chi vive fuori provincia e chi vive nel mondo intero

Diversi interventi, suddivisi in vari momenti della giornata, hanno illustrato i vari aspetti che riguardano la vicenda del Monte Altissimo attraverso le parole di alcuni rappresentanti delle oltre 50 associazioni che compongono il gruppo “Assemblea 13 Aprile”.
Ombrelli e mantelle antipioggia, striscioni e bandiere hanno colorato il grigiore della giornata. Ad aggiungere altro colore ci hanno pensato gli oppositori alla manifestazione, che hanno trovato facile sponda sui giornali locali avvezzi a concedergli spazio: chi minimizzava il numero dei partecipanti, chi sosteneva che gli abitanti del luogo avessero snobbato l’evento, chi addirittura ha scattato una foto con un gazebo vuoto e uno striscione a terra davanti al palazzo Mediceo accusando i manifestanti di scarsa coerenza ecologista, quando invece il tutto è stato correttamente recuperato al termine della manifestazione -chi organizza sa quanto costano alle associazioni di volontariato queste dotazioni, e si guarda bene dall’abbandonarle- in tempo utile per non ostacolare la visita alla mostra temporanea installata all’interno del palazzo patrimonio UNESCO.

Pochi giorni prima contro la mobilitazione ambientalista si erano schierati i dipendenti della Henraux, con un comunicato diramato dall’azienda sui quotidiani locali e distribuito tramite volantini porta a porta: “Ci sentiamo da anni sotto attacco con un accanimento ingiustificato sulla stampa e sui social. Vogliamo difendere il nostro lavoro e anche per questo manifestiamo contrarietà all’annunciata manifestazione del 13 aprile 2025 a Seravezza, e chiediamo solidarietà nel prendere le distanze da chi, da fuori e strumentalmente, calpesta la nostra vita, la nostra dignità, la nostra speranza”. Sostegno è puntualmente arrivato dal sindacato di riferimento FILLEA-CGIL in difesa dei posti di lavoro, registrando però la presa di distanza dell’ex segretario Antonioli che contesta questa visione: “la cosa più lontana dal difendere la dignità dei lavoratori è confondere gli interessi dei padroni con quelli dei dipendenti”. Il numero dei lavoratori del marmo è in costante diminuzione per l’introduzione delle moderne tecnologie mentre i profitti degli imprenditori sono sempre più consistenti, quegli stessi imprenditori per cui i cavatori “si fanno male perché sono deficienti” (RAI Report, 21/04/2024). Chi è che calpesta la dignità?

Il corteo ha espresso una posizione chiara, lanciando messaggi di solidarietà e di comprensione per le preoccupazioni dei lavoratori ma allo stesso tempo sottolineando l’avidità delle ditte private che a fronte di enormi profitti sottraggono risorse al territorio in termini economici, ambientali e sociali lasciando sul posto solo le briciole, che tanto assomigliano alle macerie dei ravaneti.