Eolico. A proposito della sindrome NIMBY
ll numero del notiziario che è arrivato nelle case dei soci in questi giorni è dedicato al ruolo (fondamentale) dei comitati locali. Pubblichiamo di seguito l’articolo di Carlo Alberto Pinelli. Gli altri contributi verranno via via pubblicati nei prossimi giorni su questo sito.
Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, dopo essersi scagliato, all’inizio dell’anno in corso, contro il montante disagio delle comunità locali che vedono i loro territori e i loro paesaggi identitari stravolti dall’aggressione delle FER (Fonti Energetiche Rinnovabili), e dopo aver invocato drastici provvedimenti per soffocare quella che ha definito la serpeggiante Sindrome Nimby, qualche settimana più tardi ha fatto marcia indietro, e ha riconosciuto la necessità (fino ad oggi solo teoricamente garantita dal legislatore) di preservare la bellezza dei paesaggi più significativi, minacciata dall’invasione delle torri eoliche. Insomma -e per quel che vale- si tratta di una palese smentita nei confronti di chi ha avuto la faccia tosta di sostenere che le pale eoliche abbelliscono i paesaggi e possono essere considerate come moderne cattedrali.
Conforta leggere che la nuova governatrice della Sardegna ha posto tra i primi punti del suo programma di governo la difesa del paesaggio e il severo controllo delle aree idonee ad ospitare le torri degli aerogeneratori, proponendo un periodo di moratoria. Come non augurarsi che altre regioni ne seguano l’esempio? Forse si stanno aprendo le prime crepe nel muro di gomma che fino ad oggi ha soffocato ogni tentativo di informare correttamente l’opinione pubblica sui danni irreparabili che sta per produrre la corsa sconsiderata all’autonomia energetica.
La cecità non innocente della classe politica italiana ed europea e delle principali voci mediatiche, nei riguardi dell’oggettiva inutilità a livello planetario del ricorso italiano all’energia dal vento e dal sole, giustifica in pieno la validità delle opposizioni locali. Tutti siamo disposti ad accettare qualche doloroso sacrificio entro gli steccati del nostro orticello, ma solo se da ciò derivasse un vantaggio su scala mondiale. Così non è, checché ne ciancino alcune grandi associazioni ambientalistiche. Dunque: viva la Sindrome Nimby, come ultima trincea contro la più drammatica e inutile manomissione dei paesaggi mai subita dalla nostra penisola!
Ciò che non smette di stupirmi nei difensori ad oltranza delle FER è la sottovalutazione del significato culturale e psicologico del paesaggio. Significato cruciale che solo persone incolte e irresponsabili possono equiparare alla percezione estetica del panorama e liquidare come un optional da weekend o un egoistico rintanarsi nell’eresia della sindrome Nimby. In questa prospettiva ho ragione di credere che Mountain Wilderness Italia intenda continuare a dare sostegno alla decisa opposizione di tante comunità locali, in lotta contro la deturpazione dei paesaggi causata della prospettata installazione, all’interno dei loro confini, di aerogeneratori industriali alti più della Mole Antonelliana di Torino.
Il Notiziario e il sito di Mountain Wilderness Italia hanno spesso dato spazio alle mie riflessioni volte a prendere le distanze dalla pretesa efficacia taumaturgica delle rinnovabili e da chi non tiene conto dei danni collaterali che esse provocano; perciò non mi ripeto.
Chi è interessato può recuperarle facilmente > LINK.
Sono consapevole comunque che si tratta di un tema divisivo, anche all’interno della nostra associazione. Fino ad oggi la posizione ufficiale di Mountain Wilderness, pur dichiarandosi favorevole in linea di principio al ricorso ad energie pulite, ha decisamente condannato la mitizzazione irrazionale della loro efficacia e ha stigmatizzato l’aggressione senza veri argini alla bellezza identitaria dell’Italia, guidata da interessi speculativi che ben poco hanno a che fare con gli interessi attuali e futuri dei nostri concittadini. O se vogliamo dirla tutta, con il destino dell’umanità.
La stessa Soprintendenza speciale del PNRR ha recentemente evidenziato come la produzione energetica italiana da fonti rinnovabili abbia già superato qualsiasi effettiva necessità (prot. 27154 del 20 novembre 2023). Continuare a devastare il territorio aumentando ancora l’overdose di energia rinnovabile serve solo a rimpinguare le tasche degli speculatori e dei loro alleati.
Non c’è qui spazio sufficiente per elencare neppure i principali comitati spontanei, sorti in Maremma, nella Tuscia, in Puglia, in Sardegna e lungo l’arco degli Appennini, grazie alla combattiva tenacia dei quali forse il vento sta cambiando. A tutti invio, da queste pagine che mi ospitano, auguri di successo.
Carlo Alberto Pinelli