Il Comelico, i nuovi impianti e la posizione sconcertante del CAI
In un lungo e articolato documento inviato al ministro Bonisoli ed a tutte le autorità competenti in materia, il Club Alpino Italiano tutto, a mezzo della sezione Val Comelico, ha espresso i motivi della posizione ufficiale favorevole al collegamento tra il Comelico e la Pusteria.
Sul Corriere delle Alpi di ieri la posizione del CAI
Dopo mesi di discussioni la posizione del CAI lascia esterrefatti e Mountain Wilderness, attraverso il seguente comunicato, chiede un chiarimento.
Il Voltafaccia del CAI
Ha destato forte imbarazzo e incredulità all’interno di Mountain Wilderness e di tutte le altre maggiori associazioni ambientaliste italiane, la presa di posizione del CAI a livello regionale e centrale relativa ai progettati impianti di risalita del Comelico, almeno così come è stata divulgata dagli organi di stampa stamane.
Se quanto si è letto corrisponde davvero al pensiero del Club Alpino Italiano e non è il frutto di una iper-semplificazione giornalistica, viene spontaneo chiedersi quali siano le ragioni di un simile voltafaccia. Usiamo il termine voltafaccia perché la difesa del progetto rinnega posizioni del CAI legate alla tutela dell’integrità ecologica e paesaggistica delle montagne di cui da molti anni si dava per acquisita la piena accettazione.
Posizioni che sono state ufficialmente ribadite, senza sbavature e possibilità di equivoci, da quel documento ufficiale del Sodalizio che ha preso il nome di Bidecalogo. Chi lo conosce ha difficoltà ad accettare che sia quello stesso Club Alpino a sposare ora, senza la minima ombra di critica, le tesi discutibilissime anche a livello economico e occupazionale, di chi continua a progettare interventi altamente invasivi all’interno di aree ZPS o dentro i confini delle zone Buffer delle Dolomiti monumento del mondo.
Va aggiunto che il Club Alpino Italiano ha creduto opportuno veicolare questa posizione ( che alcuni hanno voluto paragonare a un assist nel l’imminenza dell’appuntamento elettorale) senza sentire il bisogno di attivare un confronto preliminare con il fronte ambientalista di cui
pure pretende di fare parte. Se il testo pubblicato dovesse venire confermato, esso oggettivamente rappresenterebbe inoltre una vera e non
troppo nobile sconfessione della Soprintendenza del Veneto, la quale
ripetutamente e con gran coraggio ha negato l’assenso al progetto,
malgrado gli attacchi asfissianti e non sempre di livello civile che a
lei sono giunti da ogni parte in questi ultimi mesi. Attendiamo un chiarimento.