Jovanotti bike concert, ecco perché dare una connotazione green a queste manifestazioni ci appare una mistificazione. (I laghi di Fusine, sede del concerto, insistono su un’area protetta).
I media hanno annunciato con orgoglio che il prossimo 26 luglio presso i laghi di Fusine, nella montagna tarvisiana, si organizzerà un concerto di Jovanotti con un afflusso previsto di 5.000 persone; la promozione parla di bike-concert, in quanto l’accesso allo spettacolo sarà riservato ai soli ciclisti e rigorosamente vietato ad auto, moto e perfino ai pedoni.

Sgombriamo subito il campo dagli equivoci. Il No Borders Music Festival festeggia quest’anno i suoi trent’anni di attività, quindi non si può parlare di un evento inusuale; già negli anni passati altri grandi artisti si sono esibiti ai laghi di Fusine, da Paolo Conte a Mario Biondi, da Gianna Nannini a Elisa a Marco Mengoni, solo per citarne alcuni. Inoltre, nei giorni precedenti, altri due concerti sono previsti nell’ambito del Festival nella medesima cornice; quindi non ce l’abbiamo neanche con Jovanotti che fa il suo mestiere e evidentemente lo sa fare bene (i cinquemila biglietti in prevendita sono andati esauriti in poche ore), nonostante le polemiche degli anni passati legate agli Jova Beach Party con le sue dichiarazioni sugli eco-nazisti.

Già nel 2023 CIPRA Italia e Slovenia avevano scritto congiuntamente una lettera aperta nella quale si evidenziava che «l’alta montagna con i suoi ambienti, per le sue caratteristiche geografiche, non può essere un luogo di partecipazione di massa». L’area dei laghi di Fusine è un SIC/ZPS appartenente alla Rete Europea Natura 2000, unico sito riproduttivo per l’Italia settentrionale della Lontra; per valutare la compatibilità con l’ambiente di manifestazioni come queste si dovrebbe almeno effettuare una valutazione di incidenza dell’evento per salvaguardare l’integrità del sito.
Dare una connotazione green a queste manifestazioni ci appare come una mistificazione, esistono strutture in aree urbane che meglio si prestano ad ospitare eventi di questo genere. Il governatore friulano Fedriga l’ha definita «una splendida occasione per promuovere il nostro territorio in modo unico e innovativo», si può discutere su simili forme di promozione; da alcuni anni è stato introdotto l’accesso a pagamento per auto, moto e camper allo scopo di regolamentare gli ingressi e combattere la sosta selvaggia, certamente stimolare l’uso della bicicletta può essere d’aiuto ma in questo caso una delicata area montana si trova comunque ad ospitare migliaia di visitatori per un singolo evento, un’area montana che già è oggetto di intensa frequentazione turistica mentre altri luoghi restano ignorati e sempre più a rischio di spopolamento. Ricordiamo che la Convenzione delle Alpi, attraverso il protocollo sul turismo, impegna i paesi aderenti a favorire misure di pianificazione dei flussi turistici, in particolare nelle aree protette, organizzando la distribuzione dei turisti in modo da garantire la preservazione dei siti.

Mountain Wilderness da sempre si spende contro le grandi manifestazioni in quota in difesa dell’ambiente naturale, che non è una discoteca o un palasport ma un habitat fragile da proteggere. La musica porta cultura, ma anche la montagna ha una cultura propria che va rispettata e tutelata; noi per quello ci preoccupiamo, gli artisti hanno tanti altri palcoscenici sui quali potersi esibire.
Fabio Valentini