Mountain Wilderness contro le modifiche della Legge Regionale del Veneto n. 14 del 31 marzo 1992.
La Legge Regionale del Veneto n. 14 del 31 marzo 1992: finalità e ambito di applicazione.
La Legge Regionale del Veneto n. 14 del 31 marzo 1992 disciplina la viabilità silvo-pastorale, regolando l’accesso e la circolazione dei veicoli su strade forestali e pascolive, con l’obiettivo di tutelare l’ambiente montano e prevenire danni idrogeologici. La legge stabilisce che la circolazione motorizzata su queste strade è generalmente vietata, salvo deroghe specifiche. Le deroghe possono essere concesse per esigenze legate alla gestione forestale, al pascolo, al soccorso e ad altre attività strettamente connesse alla tutela e alla gestione del territorio .
Modifiche introdotte nel 2012.
Con l’articolo 33 della Legge Regionale n. 13 del 6 aprile 2012, sono state apportate modifiche alla Legge n. 14/1992, introducendo disposizioni relative al ciclo-escursionismo. In particolare, è stata autorizzata la circolazione dei velocipedi sulle strade silvo-pastorali e su aree assimilate, con la possibilità per gli enti locali di individuare specifici percorsi ciclo-escursionistici, in collaborazione con le sezioni locali del Club Alpino Italiano (CAI) e altre istituzioni competenti.
Proposte di ulteriori modifiche
Attualmente, è in discussione una proposta di legge (PDL 189) che mira a modificare ulteriormente la Legge n. 14/1992, prevedendo l’estensione delle deroghe per consentire l’accesso motorizzato ai cacciatori per il recupero della selvaggina e altri servizi. Questa proposta ha sollevato preoccupazioni tra le associazioni ambientaliste, che temono un aumento del traffico motorizzato in aree sensibili, con potenziali impatti negativi sull’ambiente e sulla fruizione sostenibile del territorio montano.
In sintesi, la Legge Regionale n. 14/1992 rappresenta uno strumento fondamentale per la tutela delle aree montane del Veneto, regolando l’accesso e l’uso delle strade forestali e pascolive, e le modifiche proposte sono oggetto di attento esame da parte delle istituzioni e della società civile.

Perché ci opponiamo alle modifiche (peggiorative)
Le associazioni ambientaliste — tra cui Mountain Wilderness, WWF, CAI Veneto e Italia Nostra — si oppongono con fermezza alle modifiche proposte alla Legge Regionale 14/1992 del Veneto perché queste deroghe rappresentano un pericoloso passo indietro nella tutela dell’ambiente montano. Ecco i principali motivi della loro contrarietà:
1. Rischio di motorizzazione generalizzata della montagna
Le deroghe previste dal PDL 189 consentirebbero l’accesso ai fuoristrada per un numero stimato di oltre 28.000 cacciatori, tra cui:
- 20.000 “a supporto” degli enti pubblici,
- 8.000 per la caccia agli ungulati,
- 500 conduttori di cani da caccia.
Questo numero, proveniente da una valutazione ufficiale della stessa Giunta regionale, trasformerebbe le piste forestali e le mulattiere in vie trafficate da mezzi a motore, snaturando ambienti fragili e tutelati.
2. Impatto ambientale e disturbo alla fauna
La presenza di veicoli fuoristrada su sentieri e strade forestali ha un forte impatto sugli ecosistemi:
- Disturbo alla fauna selvatica, soprattutto nei periodi riproduttivi,
- Degrado del suolo e aumento dell’erosione,
- Inquinamento acustico e atmosferico in aree che dovrebbero restare incontaminate.
3. Conflitto con l’accesso sostenibile
Le strade silvo-pastorali sono state concepite per attività a piedi, in bici o per emergenze, non per il traffico motorizzato. Le deroghe rischiano di scoraggiare l’escursionismo, il turismo lento e il rispetto del paesaggio, valori promossi da anni da tutte le organizzazioni ambientaliste.
4. Favori a una lobby, non al Bene Comune
La proposta di modifica, firmata da un consigliere ex presidente di Federcaccia Veneto, viene percepita come un favore diretto alla lobby venatoria, a scapito della collettività e della tutela ambientale. Il provvedimento appare squilibrato e non giustificato da reali necessità di interesse pubblico.
5. Precedente pericoloso
Infine, l’approvazione di questa legge creerebbe un precedente che potrebbe essere esteso ad altri soggetti o regioni, aprendo la strada a un progressivo smantellamento della tutela della montagna e dei suoi delicati equilibri.

In sintesi
Le associazioni ambientaliste si oppongono perché la montagna non è una pista per fuoristrada, ma un ecosistema da proteggere e un bene comune da rispettare. La proposta di modifica alla Legge 14/1992 non tutela il territorio, ma lo espone a nuovi rischi ambientali e culturali.
Manca personale tecnico non c’è coordinamento e i cacciatori hanno tutto il tempo per modificare i loro piani di penetrazione nelle strade.
Sappiano poi i sindaci che una simile legge li responsabilizza in prima persona. Nella severa manutenzione delle strade nel tema sicurezza e in caso di incidenti. Oltre che nel bilancio comunale sempre inadeguato sul tema manutenzione del territorio.
Il 27 maggio si deciderà il futuro della montagna veneta. Le associazioni saranno presenti, determinate a difenderla.