Tre Cime di Lavaredo. Come risolvere conflitti decennali?

Sul finire degli anni ‘80 del secolo scorso Mountain Wilderness e SOS Dolomites chiedevano al Comune di Auronzo di vietare l’accesso con auto private sulla strada che porta alle Tre Cime di Lavaredo.

In quegli anni il Comune aveva appena acquisito la strada che conduce a rifugio Auronzo da privati, a un costo esorbitante. Doveva rientrare (trenta lunghi anni) da quella spesa. Inoltre la strada, allora come oggi, grazie a pedaggi elevatissimi (un’auto 29 euro) porta nelle casse del Comune oltre due milioni di euro l’anno e posti di lavoro. Negli anni, nonostante le diverse manifestazioni dell’associazione nulla si è mosso.

Rifugio Auronzo, arrivo della tredicesima tappa al Giro d’Italia del 1989

Ultimamente cinque comuni dell’Alto Adige – Sudtirol hanno protestato chiedendo una drastica limitazione degli accessi alle montagne simbolo delle Dolomiti. La reazione da parte delle comunità bellunesi non è stata delle più felici, si è letta la proposta come un’invasione di campo in territorio altrui.

Un decennio fa un’associazione imprenditoriale degli impianti a fune aveva proposto la costruzione di una funivia che risolvesse il problema inserendosi in val Marson. Tale impianto avrebbe dovuto attraversare una valle intonsa, selvatica, tutelata da vincoli inderogabili.

Mountain Wilderness, nel pieno rispetto delle diverse posizioni, lancia questa proposta, urgente, indifferibile, complicata: sia la Fondazione Dolomiti UNESCO a prendere in mano la regia di un percorso partecipato che porti alla soluzione del problema.

Un tema complesso, forte di tanti conflitti. Difesa del paesaggio e di un ambito naturalistico di pregio contro la presunta necessità di uno sviluppo intensivo. Parcheggi in quota o a Misurina, o ancora in posizione più defilata? Comuni altotesini contro comuni bellunesi? Comuni limitrofi di Auronzo contro Auronzo nella spartizione degli utili o delle eventuali compensazioni. Come valorizzare le Regole gestrici dei terreni? E il territorio del parco provinciale di Bolzano delle Tre Cime di Sesto Pusteria? Pedaggi importanti o numero chiuso degli accessi? Valore delle legittime perplessità degli operatori turistici in quota. Chi controlla il territorio? Biciclette si, e fino e come andare? Come creare consenso attorno alla necessità tanto evidente di limitare gli accessi?

Luglio al rifugio Auronzo (Archivio Alessandro Gogna, 1991)

L’obiettivo di Mountain Wilderness rimane quello storico: Impedire gli accessi con le auto private e in inverno con le motoslitte. Limitare l’antropizzazione, evitare altre infrastrutturazioni del territorio, quindi anche cabinovie.

Chi può essere il regista di un’operazione tanto complessa, sollecitata non solo da MW, ma anche da Alpenverein, da CAI Alto Adige, da CAI Veneto? A nostro modo di vedere solo un’azione propositiva della Fondazione Dolomiti UNESCO può risolvere questo intreccio di conflitti. Se la Fondazione si facesse carico di una simile progetto, portarlo a termine in tempi più che brevi, acquisirebbe una credibilità che molte fonti danno per incrinata. Questo è il senso della lettera che l’associazione ha inviato al sindaco di Auronzo. Confronto dovuto per superare un intreccio altrimenti irrisolvibile di conflitti.

Luigi Casanova