Una ciclopedonale in Lessinia: turismo sostenibile o infrastrutturazione eccessiva?

Un nuovo progetto, promosso da diversi Comuni della Lessinia, prevede la realizzazione di una ciclopedonale attrezzata che colleghi i percorsi della montagna veronese con altre arterie cicloturistiche del Veneto e del Trentino. Un’iniziativa che, almeno nelle intenzioni, mira a potenziare la mobilità sostenibile e a valorizzare le risorse ambientali, culturali e turistiche del territorio.

Tuttavia, diverse associazioni ambientaliste – tra cui CAI Veneto, Legambiente Verona e Mountain Wilderness Italia – hanno espresso una serie di osservazioni critiche, sollevando dubbi sull’effettiva sostenibilità dell’intervento e chiedendo maggior attenzione alla tutela del paesaggio e dell’ambiente montano.

Un progetto in sovrapposizione?

Il tracciato proposto si sovrapporrebbe ad uno già in fase di studio da parte del Parco Naturale Regionale della Lessinia. La preoccupazione è che due progetti concorrenti – e potenzialmente in conflitto – finiscano per creare duplicazioni, sprechi di risorse e un impatto maggiore sul territorio.

Turismo sostenibile… ma a che prezzo?

La proposta prevede interventi su sentieri esistenti e nuove realizzazioni, con lavori di ampliamento, pavimentazione e creazione di aree attrezzate con punti di sosta, ricariche elettriche, aree fitness e picnic. Un’infrastrutturazione capillare che rischia di compromettere l’equilibrio ecologico della Lessinia, un’area già molto frequentata nei mesi primaverili ed estivi.

Manca, sottolineano le associazioni, un’analisi dell’impatto derivante dal prevedibile aumento del carico antropico. Non è sufficiente infatti considerare solo l’opera finita: anche le attività di cantiere, gli scavi per i sottoservizi e la movimentazione dei mezzi possono avere effetti significativi sulla flora, sulla fauna e sulle attività di pascolo tradizionali.

Vincoli ambientali e superficialità nelle valutazioni

Il progetto è stato ritenuto “non assoggettabile” a una Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA), ma questa decisione appare affrettata. Non sono state adeguatamente considerate le peculiarità ambientali delle aree interessate, che comprendono siti Natura 2000, vincoli idrogeologici, forestali e paesaggistici. Anche la relazione geologica preliminare, secondo le associazioni, contiene elementi che giustificherebbero un approfondimento attraverso una VIncA.

Convivere sui sentieri: pedoni e ciclisti

Infine, si evidenzia la criticità della convivenza fra escursionisti e cicloescursionisti, soprattutto con l’aumento delle e-bike. In particolare, il nuovo percorso prevede un tratto in comune con il Sentiero Europeo E5, storico itinerario escursionistico di lunga percorrenza, dove il transito promiscuo potrebbe generare rischi e conflitti.

Conclusione:

Mountain Wilderness, insieme a CAI Veneto e Legambiente Verona, non si oppone a una mobilità dolce e sostenibile, ma invita ad affrontare questi progetti con rigore e visione ecologica. In territori fragili e già soggetti a forti pressioni turistiche, ogni intervento va valutato con attenzione, nel rispetto dei princìpi di precauzione e tutela integrale del paesaggio.