Via i fili spinati dalle creste di confine
Camminando sui confini tra Italia e Francia, nelle Alpi Occidentali, si incontrano spesso residuati bellici risalenti alla seconda Guerra Mondiale, memorie di un periodo storico in cui le due nazioni confinanti erano nemiche. Mountain Wilderness France da diversi anni conduce la campagna di rimozione di fili spinati, barre di ferro ed altri manufatti, pericolosi per animali selvatici ed escursionisti, lungo tutto l’arco alpino dalle Alpi Marittime alle Cozie.
Mountain Wilderness Italia ha sempre collaborato con gli amici francesi ed anche quest’anno alcuni soci piemontesi hanno partecipato al cantiere del Colle della Scala, nei pressi di Bardonecchia (TO). A fine settembre più di trenta volontari hanno lavorato due giorni interi per concludere la pulizia iniziata l’anno scorso. I partecipanti provenivano anche da lontano, e non hanno esitato a regalare il proprio tempo libero e le loro energie per ripulire la montagna, arrampicandosi sulle pietraie e caricandosi sulle spalle chili di ferraglie poi depositate in una radura vicino alla strada per essere raccolte da un artigiano del ferro di un paese vicino, così da riciclare rapidamente il materiale raccolto, ma non tutto : una piccola parte del ferro è stato prelevato da un volontario francese, Fredéric, scultore che lavora con il metallo e trasformerà fili di ferro in creazioni artistiche: “Mia moglie è italiana. Conosciamo bene queste montagne e per noi questo è un modo di far vivere ancora queste frontiere creando qualcosa di poetico”.
Noi Italiani abbiamo una ragione in più per sentirci coinvolti dall’iniziativa di MW France, avendo perso la guerra dovremmo provare rancore verso i vincitori invece, dopo 80 anni, eccoci fianco a fianco, da amici, a liberare pietraie e boschi dai ricordi di anni terribili per la generazione che ci ha preceduto: “La montagna ferita dalla nostra superbia conserva e rende memoria della stoltezza dell’uomo”, così ha commentato Bruno, un volontario italiano impressionato dalla quantità di residuati presenti al Colle.
Nei due giorni di settembre sono stati raccolti 2 tonnellate di materiale ed in tutta l’area, in 6 giorni di lavoro complessivo e 118 volontari, la montagna si è liberata di 11 tonnellate di ferro che sfiguravano pietraie e boschi. Siamo certi che i camosci, che abbiamo incontrato spesso durante il lavoro nelle pietraie, sapranno apprezzare la nostra fatica.
Susanna Gonella