Dalle montagne alle spiagge, ovunque i grandi eventi distruggono la natura.
ll numero del notiziario che è arrivato nelle case dei soci in questi giorni è dedicato al ruolo (fondamentale) dei comitati locali. Pubblichiamo di seguito l’articolo del Coordinamento Italiano
Tutela Ambienti Naturali dai Grandi Eventi (C.I. T.A.N.G.E.). Gli altri contributi verranno via via pubblicati nei prossimi giorni su questo sito.
Il Coordinamento Italiano Tutela Ambienti Naturali dai Grandi Eventi (C.I. T.A.N.G.E.) nasce in risposta all’insensata moda, amplificata dal cantante Jovanotti attraverso i suoi “Jova Beach Party”, di proporre eventi musicali e d’intrattenimento con alta affluenza di persone in luoghi naturali, seminaturali ed aree protette. L’obiettivo primario era quello di fornire supporto alle piccole associazioni, gruppi e comitati ambientali locali per contrastare i danni derivanti da simili iniziative, potendo fare squadra grazie alle diverse conoscenze e competenze in materia schierate attraverso la rete, dapprima social e successivamente fisica, di persone che veniva a strutturarsi tappa dopo tappa.
Il primo passo fu prendere coscienza che un simile fenomeno non potesse essere arginato con i tradizionali richiami al buon senso o ai meri strumenti amministrativi esigibili dal cittadino, sia per la grandiosità dei mezzi a disposizioni dello show business -supportato anche da rinomate associazioni ambientaliste di livello internazionale- che per l’inadeguatezza delle singole realtà associative a scontrarsi a livello territoriale con le logiche economiche e finanziarie, propagandate dagli enti locali sotto forma di vantaggi turistici e presunto indotto per le comunità ospitanti derivanti da questa tipologie di eventi.
Il secondo passaggio è coinciso con l’appello ad unirsi e riunirsi tutte insieme per dare un segnale forte e ristabilire un ordine di valori, che nella nostra epoca votata interamente al guadagno e alla mercificazione del tutto è oramai smarrito sotto la velina dell’apparire. Così contatto dopo contatto siamo diventate oggi 57 associazioni che si occupano nella loro quotidianità della cura, protezione, tutela e salvaguardia dell’ambiente e delle specie viventi in esso, che giorno dopo giorno cercano di offrire a titolo volontario il proprio sostegno e supporto alla moltitudine delle battaglie che proliferano e si moltiplicano sui territori, constatando l’impressionante incremento di eventi ed attività fortemente impattanti per ambienti fragili, da custodire anziché distruggere, dopo l’uscita dalla pandemia con la falsa promessa di lasciare tutto meglio di prima e che la natura umiliata ed oltraggiata possa ricostruirsi mediante il primato della tecnocrazia. Chilometri e chilometri di spiagge molestate e dune asfaltate per trasformare siti di riproduzione per specie protette in piste per motoraduni, Beach Arena, campionati di KiteSurf, senza rispetto alcuno per riserve statali tutelate da normative comunitarie oltreché nazionali e regionale. Non solo le spiagge, ma anche le montagne: l’assurda richiesta di colorare di rosa il Gran Sasso per il Giro d’Italia, le gare motoristiche sui sentieri, la drammatica vicenda di Cortina ove si sta compiendo un vero e proprio massacro ambientale, un abnorme atto di inciviltà in netta contraddizione con i valori promossi dallo sport, mentre si grida aiuto contro i cambiamenti climatici.
Nell’ottica di una maggiore coerenza dell’azione del Coordinamento, il 9 marzo 2024 si è tenuto il nostro primo convegno in presenza, grazie soprattutto alla disponibilità di Marevivo, associazione aderente al CI TANGE che ha messo a disposizione la sua sede nazionale sul Tevere per l’incontro. Forte l’amarezza per le parole del Direttore del MASE, che restituiscono il quadro della situazione italiana relativamente agli obiettivi di tutela ambientale, arrivando quasi a smentire le modifiche all’art. 9 e all’art. 41 della Costituzione che inseriscono a lettere cubitali la tutela dell’ambiente, della biodiversità e dell’ambiente, con l’iniziativa economica privata che non può svolgersi in danno alla salute e all’ambiente, premettendo questi due limiti a quelli già vigenti, ovvero la sicurezza, la libertà e la dignità umana. Attendiamo fiduciosi l’applicazione della Nature Restoration Law europea, anche se l’Italia ha espresso voto contrario.
Il nostro impegno prosegue.