Impianti di risalita
Monocultura dello sci di massa
Sull’arco alpino ci sono oltre 12.000 impianti di risalita meccanici che servono migliaia di chilometri di piste battute. Dunque i diritti di coloro che desiderano salire in alto senza fatica sono più che abbondantemente tutelati. A fronte dei pochi ambienti in cui è ancora possibile godere del silenzio e della solitudine, misurandosi con le proprie energie fisiche e psichiche.
Molte di queste monoculture del tempo libero, ossessivamente centrate sullo sci di discesa, hanno invaso intere vallate alpine con conseguenti disboscamenti, movimenti terra, infrastrutture enormi. Altri impianti, realizzati ad altitudini ormai incompatibili con le attuali oscillazioni climatiche, giacciono in disuso per la cronica penuria di neve.
Impianti di risalita
Mountain Wilderness ha elaborato un inventario di impianti sciistici e cantieri abbandonati. Ha come obiettivo la bonifica di questi siti anche attraverso attività di pressione sulle istituzioni affinché introducano legislazioni in tal senso.
Scarica Inventario: Documento 1; Documento 2; Documento 3
Nuovi impianti sciistici sulle Alpi e lungo gli Appennini, in sfregio a valli e vette fino ad ora rimaste immuni dal turismo di massa, sono senza senso, anacronistici e da osteggiare in tutti i modi.
Innevamento artificiale
Il riscaldamento globale che, di anno in anno, alza il limite delle nevicate e riduce lo spessore del manto nevoso che cade sulle Alpi, impone un profondo ripensamento dell’industria dello sci di massa con le sue pesanti infrastrutture speculative e la povertà culturale della sua offerta. Gli impianti di innevamento artificiale, ormai imprescindibili per garantire la stagione sciistica, hanno costi sociali e ambientali molto alti. Essi richiedono continui investimenti pubblici, erogati spesso a fronte di operazioni obiettivamente deboli anche dal punto di vista economico.