Olimpiadi invernali 2026, il grande evento come rappresentazione.

C’è un momento preciso in cui la montagna smette di essere viva e diventa decorazione. È quando il cemento avanza mascherato da opportunità, quando il linguaggio dell’emergenza si sostituisce a quello del rispetto, e quando — come oggi — la propaganda traveste lo sfruttamento da “chance per i giovani”.

In questo scenario desolante, le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 non sono che l’ennesimo capitolo di un copione noto: si costruisce per distruggere, si promette futuro mentre si sotterra il presente. Ma la cosa più stomachevole, la più subdola, è il modo in cui questa macchina si rivolge a chi un futuro lo dovrebbe ancora poter scegliere. Ai giovani si offre il nulla, impacchettato come dono: volontariato, stage, curriculum, “esperienza”. Parole vuote come le valli desertificate che si lasciano dietro, come i sorrisi aziendali con cui si promuove lo sfruttamento come se fosse formazione.

Dietro la retorica dell’entusiasmo, dietro i loghi patinati, dietro il greenwashing da dopolavoro alpino, si cela l’idea di giovinezza come manodopera a costo zero, da plasmare fin dai banchi di scuola per abituarla alla precarietà, al sacrificio e all’obbedienza. Si impone una forma di cittadinanza fondata sull’obbligo morale al servilismo, in cui partecipare “gratis” diventa il primo passo per meritarsi il diritto a sopravvivere.

Non c’è niente da celebrare. Non c’è opportunità, non c’è crescita, non c’è eredità sportiva. C’è solo l’ennesimo dispositivo di svuotamento dei territori e delle coscienze, un attacco diretto ai legami comunitari, alla memoria dei luoghi, e a quella capacità antica di vivere la montagna senza colonizzarla. Questo articolo, ripreso da Pensiero Critico (terreinmoto.org), firmato dagli Antiautoritari di Valtellina e già apparso su Nunatak, è un grido lucido e necessario contro l’inganno sistemico della modernità olimpica.

Lo pubblichiamo di seguito perché non ci rassegniamo al silenzio complice.

L’opportunità dell’emergenza
Il prossimo anno 2026, tra il 6 e il 22 febbraio e poi tra il 6 e il 15 marzo, si svolgeranno le Olimpiadi e le Paralimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. A livello mediatico l’iniziativa è presentata come grande opportunità da cogliere al volo, come nuova potenzialità di crescita per i territori coinvolti, e come attrazione per gli investimenti pubblici e privati. Diventa l’occasione per sbloccare vecchi lavori in lista d’attesa da anni, e per scavalcare le consuete procedure burocratiche che accompagnano i lavori pubblici (le valutazioni di fattibilità e di impatto ambientale, il coinvolgimento di enti territoriali a più livelli…): tutte “lungaggini da evitare” agli occhi di chi tira i fili.

Già dal 2019 partiva la macchina della propaganda allo scopo di creare consenso per l’evento Milano-Cortina 2026 e, parallelamente, di indurre una accettazione rassegnata delle inevitabili conseguenze che porterà negli anni a venire.

Le opere connesse alle Olimpiadi riguardano adeguamenti e nuovi impianti sciistici e sportivi, creazione di villaggi olimpici, costruzione di collegamenti con nuove strade, svincoli, tangenziali, ecc. Attorno a tutto questo, la macchina organizzativa prevede grandi sforzi per la logistica, la diffusione mediatica, per il sistema di controllo militare e di polizia che deve “proteggere” l’evento da qualsiasi tipo di disturbo.

A maggio 2021 il governo Draghi, ravvisando ritardi nella tabella di marcia, annuncia l’emergenza per l’”evento di interesse nazionale”, quindi emana decreti-legge che ne annunciano il commissariamento. Ancora una volta si crea una emergenza, con il ricorso a strumenti eccezionali e per imporre decisioni dall’alto senza possibilità di appello e senza valutazioni d’impatto effettive. La tattica emergenziale consente, tra le altre cose, di militarizzare i cantieri e i territori coinvolti, normalizzando la presenza diffusa di forze armate, in preparazione all’evento, e oltre l’evento stesso.

La trasformazione… continua
I lavori preparatori si declinano in modo diverso sui vari territori.
Nelle valli, la costruzione di nuovi tratti stradali determina una trasformazione definitiva del territorio che causerà negli anni aumento di traffico e di emissioni, con conseguente abbandono delle coltivazioni circostanti, svendita dei terreni e aumento della cementificazione, alla faccia della “sostenibilità verde” tanto sbandierata. Si continua a insistere con un processo già rodato negli ultimi trent’anni, che determina abbandono dei terreni, delle capacità e delle culture di coltivazione, in favore di attività di franchising di grandi marchi, saturando il contesto di capannoni.

Ciò si traduce in un effettivo impoverimento diffuso della capacità di autosostentamento, delle relazioni sociali delle comunità, con la scomparsa delle attività familiari e manifatturiere. Il concetto di “resilienza” negli ultimi anni è diventato di moda ed è stato anche inserito con altri significati nell’acronimo del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Resiliente dovrebbe indicare quella comunità che è in grado di resistere alle difficoltà adattandosi, assorbendo l’urto delle situazioni di crisi, grazie alle esperienze e ai legami tra i suoi membri e tra essi e il territorio.

olimpiadi

La trasformazione perseguita dal modello Olimpiadi 2026, supportato proprio dai fondi del PNRR, ottiene esiti opposti a questi, cancellando la resilienza delle comunità locali. I paesi, da centri vivi e attivi, si trasformano in “quartieri dormitorio” dipendenti dalla grande distribuzione. La presunta naturalità delle valli rimane sulle cartoline. I fondovalle sono spazi destinati a traffico veloce e capannoni, le vette mete di turismo predatorio verso impianti sciistici; gli scorci paesaggistici, che prima erano una piacevole scoperta, ora vengono catalogati e adattati alle esigenze dei selfie con smartphone, indicizzati sulle mappe satellitari e indicate dagli influencer come mete di tendenza.

Qui si inserisce la recente corsa dei piccoli centri montani alla costruzione di opere fini a se stesse e colorate attrazioni, nella speranza di deviare una fetta di “turismo-selfie” a proprio vantaggio, in un processo di “lunaparkizzazione” della montagna.

Una situazione diversa ma parallela la vivono i quartieri delle città toccati dal nuovo grande evento: le cosiddette “riqualificazioni urbane” si traducono in gentrificazione di interi quartieri, dove il rinnovamento è sempre a discapito di chi ci vive. Le conseguenze sono il rialzo di affitti e rendite, quindi sfratti e allontanamento dei meno abbienti verso zone più periferiche, infine “plastificazione” e omologazione della città vetrina, scintillante e asettica.

È così che, ad esempio, il Villaggio Olimpico (progetto di rigenerazione urbana di Scalo Porta Romana a Milano) al termine della competizione sarà convertito in student housing dotato di servizi necessari agli studenti, oltre a servizi privati: l’area sarà gestita attraverso una piattaforma digitale funzionale con la previsione di realizzare un digital twin.

Il digital twin (gemello digitale) è una copia virtuale che sfruttando intelligenze artificiali e internet riceve, crea e rielabora in tempo reale informazioni di ogni genere sul quartiere di cui è la simulazione, un sistema che se implementato può anche diventare predittivo, può cioè individuare situazioni prima che accadano. Insomma un anticipo di smart-city, paradiso artificiale da incubo, trasparente come una gabbia di vetro, concretizzazione di sogni degni di un despota totalitario.

La propaganda su giovani e lavoro
La propaganda per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 stende un velo sugli impatti ambientali e sui costi scaricati sulle classi medie e basse negli anni a venire; si sofferma sul connubio giovani e sport, scherzando poi con la precarietà lavorativa endemica a cui sono destinati gli stessi giovani. Se Expo aveva fatto da apripista per il lavoro-volontariato (gratuito) sbandierato come opportunità di fare curriculum, negli anni l’occasione sta diventando la regola, in eventi pubblici o anche privati. Il Dossier di candidatura di Milano-Cortina 2026 cita: «l’esperienza maturata in occasione dell’Expo universale di Milano 2015 e dei Campionati del mondo di sci alpino Cortina 2021 ricoprirà un ruolo fondamentale, potendo contare su una vasta rosa di volontari tra i 18 e i 75 anni di età che vivono tutte a meno di un’ora di auto dal le città ospitanti. Tutto il processo di selezione sarà ispirato a criteri di correttezza e trasparenza, dando la possibilità a tutti coloro che desiderano lavorare con il Comitato di candidarsi per un posto di lavoro, o di prestare servizio come volontari. Partnership e accordi con le Università (in particolare con le facoltà di educazione fisica) e le associazioni sportive presenti sul territorio arricchiranno ulteriormente il potenziale bacino di volontari».

Ovviamente questo approccio consente di tagliare sulla voce “addetti e impiegati” nel bilancio economico previsionale, ma non si tratta solo di questo. In ottica di un sistema scolastico che prevede l’alternanza scuola-lavoro”, e di una società del domani fondata sul reddito di cittadinanza progressivamente legato al lavoro per la collettività (un accenno di credito sociale). la proposta di “lavoro volontario” appare come un assaggio di quello che poi sarà un obbligo di cittadinanza. Soprattutto i più giovani, in vista dell’evento, trascinati dalla propaganda pervasiva financo nelle scuole, tenderanno ad accettare il lavoro-volontariato, ammaliati dalla promessa di crediti scolastici e competenze da aggiungere al curriculum. La speranza dei volontari sarà di avere un tassello in più del concorrente per raggiungere una quotazione per l’impiego vero; la realtà sarà una medaglia al valore del lavoro non pagato, da sfruttare nei successivi grandi eventi a venire.

Rimandi
– foglieretici.noblogs.org
– terreinmoto.org
– leccoriot.noblogs.org
– altreconomia.it
– Luigi Casanova, Ombre sulla neve. Milano-Cortina 2026Il “libro bianco” delle Olimpiadi invernali, Altreconomia – Le Talpe, dicembre 2022
– www.offtopiclab.org/
– Video del convegno “Giochi pericolosi”, su: www.youtube.eom/@ offtopicmilano6712