Sotto le piste, i rifiuti: la nuova frontiera dell’inquinamento alpino.
Plastica e residui di demolizioni portati fino nel cuore dei boschi. Mentre la scienza denuncia microplastiche nei ghiacciai, l’uomo continua a spargere plastica e macerie nei boschi. Le valli alpine si trasformano in un cimitero di residui edili — e nessuno sembra più vedere la profanazione in atto. Di Luigi Casanova.

Plastica e residui di demolizioni portati fino nel cuore dei boschi. Vengono diffusi in gran quantità o per
riempimenti di scavi su piste di sci o come fondo sulle strade forestali, ormai ovunque. Uno scempio,
paesaggistico e inquinamento diffuso fino nei luoghi più intimi e sacri della natura. Si tratta di materiale
proveniente da demolizioni di edifici: piastrelle, mattoni, cementi frantumati, e tanta, tanta plastica di
impianti elettrici, di tubazioni, di acquedotti.
Le fotografie allegate sono state scattate in questi giorni nei pressi della stazione intermedia del Cermis
(Cavalese – TN). Si sta lavorando al solito ampliamento della pista di sci (si ripete frequentemente questa
modalità di intervento, in assenza di analisi socio economiche, ormai è prassi, gli impiantisti sono i
padroni delle alte quote).I residui edili sono sparsi lungo una pista che porta agli scavi nell’area sciabile, e
perfino sulle strade boschive. Questi materiali sono stati portati un po’ ovunque sulle strade forestali di
Fiemme e Fassa, specialmente in quelle gestite dai comuni, fino in alte quote, vedasi Lusia e Bocche
(Moena) e perfino come fondo della pista ciclabile a Campitello di Fassa e non solo.

Mentre si denunciano residui di plastiche e nanoparticelle arrivate nei ghiacciai, italiani, svizzeri,
austriaci, mentre questi materiali vengono trovati nei torrenti in alta quota, in prossimità di sorgenti, si
prosegue questo barbaro costume di utilizzare materiali di demolizione come fon do per la viabilità
forestale. Ormai stiamo portando i segni di questa povera umanità anche nei luoghi più sacri, si tratta di
una vera e propria profanazione della natura. Diranno sindaci e controllori: ma è tutto legale, addirittura si
tratterebbe di materiali certificati. Forse è così, ma la consuetudine di arrivare a inquinare, in modo
legale? perfino foreste e pascoli dovrebbe farci rabbrividire. Certo in Italia le leggi non vengono fatte per
garantire i cittadini o i beni pubblici o l’ambiente naturale, ma per sostenere interessi privati di imprese e
imprenditori. Prima di dover camminare perfino sui sentieri plastificati, non sembra sia venuto il
momento di portare il legislatore, nazionale e regionale (o provinciale) a modificare in modo drastico
queste normative e a potenziare i controlli sul territorio?.
Luigi Casanova