Il sabotaggio (sabotaggio?) della pista da bob di Cortina.
21 febbraio 2025, un pesante tubo dell’impianto di refrigerazione della pista di bob viene trovato a poca distanza da dove era stato depositato, un altro tubo è leggermente forato. Si è gridato al sabotaggio (ministri, deputati, senatori al governo, organi di informazione), il sindaco di Cortina addirittura ha chiamato in causa il terrorismo. Non è facile inserirsi in un cantiere tanto sorvegliato, ovunque telecamere attive, non è facile spostare un simile tubo lungo e pesante e porlo di traverso alla strada senza che nessuno veda, senza aver udito rumori. In assenza di qualunque minima prova, in base a supposizioni e senza attendere le indagini del caso, si è cercato di individuare il colpevole in chi si è sempre battuto in maniera trasparente e pacifica contro la realizzazione di una pista insostenibile sotto il profilo ambientale e sociale.

Una sola osservazione da parte di Mountain Wilderness. Lunedì 24, a tre giorni di distanza dall’accaduto, è previsto un sopralluogo del CIO nel cantiere. Nonostante quanto affermato dal sindaco di Cortina e da SIMICO, i lavori sono in grave ritardo. È probabile si debba chiedere una deroga temporale, anche lunga, al collaudo che il CIO dovrebbe tenere il 15 marzo. Tutto arriva a puntino, specie il dissennato attacco alla cultura ambientalista che da anni sostiene che:
- la pista è inutile, in Italia gli atleti dello sport di scivolamento sono davvero pochi, aumentano solo in vista di un appuntamento olimpico perché richiamati da altre specialità, in particolare l’atletica;
- la vecchia pista Eugenio Monti, dismessa dal 2008, doveva essere ristrutturata ed invece è stata distrutta, tutto è nuovo, dai 46,7 milioni previsti il costo è passato a 124 milioni di euro;
- per fare posto alla pista si è abbattuto un lariceto secolare, fino a quasi mille piante, distruggendo un’area ricreativa di qualità a ridosso di Cortina;
- ad oggi nessun piano di utilizzo della futura pista è stato presentato, nessuno sa ancora chi pagherà le spese di gestione annuali che superano l’incredibile cifra di 1,4 milioni di euro l’anno.

È importante sottolineare che le associazioni ambientaliste ed alpinistiche, assieme ai diffusi comitati spontanei attivi nel territorio del Cadore da sempre impegnati nella tutela del territorio e della sua bellezza, hanno agito nel rispetto della legalità, partecipando a manifestazioni non violente e dando voce alla preoccupazione di una comunità che non vuole sacrificare la natura per il profitto. Mai si è fatto ricorso a pratiche illecite o clandestine. La nostra lotta è stata sempre legittima, costruttiva e rispettosa delle normative vigenti, basata sull’informazione e su proteste sempre pubbliche senza mai ricorrere ad atti che esulino dai principi dell’azione nonviolenta.
Fino a settembre 2023 perfino il CIO era contrario alla costruzione della pista a Cortina e sosteneva un piano B: andare all’estero, Innsbruck o addirittura Lake Placid. Sono state le pressioni politiche del governo, del Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, del comune di Cortina ad imporre la devastante opera. Questa è informazione.