In montagna con l’elicottero? In Piemonte almeno tre casi di sorvoli turistici in aree protette.
Dal Blog a cura di Mountain Wilderness su Il Fatto Quotidiano
Gli slogan delle vecchie pubblicità di Carosello vanno ancora di moda, come quello che recitava “Volavano sopra la mia testa grossi brutti elicotteri…” reclamizzando uno spray contro gli insetti molesti. Questa frase è di attualità anche oggi, in questo caso parliamo però di elicotteri veri, per i quali l’insetticida risulta del tutto inefficace.
Solo nelle ultime settimane in almeno tre occasioni ci siamo imbattuti in iniziative che prevedevano l’utilizzo di elicotteri a scopo turistico-ricreativo in montagna, e chissà quante altre “rotazioni” ci sono sfuggite. Casualmente tutti e tre i casi più recenti si sono verificati in Piemonte, ma per la nostra esperienza nel corso degli anni diversi altri territori, per lo più alpini, sono stati interessati da eventi simili con la complicità di un vuoto legislativo – tentato inutilmente di riempire più volte – che consente tali pratiche. O meglio le consentirebbe in territori privi di tutela, senonché il più delle volte ci troviamo di fronte a sorvoli su aree protette o comunque in ambiti che ne prevederebbero il divieto o la loro forte limitazione.
A metà luglio troviamo il volantino della festa all’Alpe Piaggia, un alpeggio situato ai confini del Parco Nazionale Val Grande, proponeva la possibilità di salita in elicottero; sullo stesso volantino comparivano il logo del Parco e quello di Europarc, l’organizzazione per il turismo sostenibile nelle aree protette.
I primi di agosto una nuova segnalazione, questa volta la festa è per il ventennale del bivacco che si trova all’Alpe Curgei; in questo caso la struttura è situata all’interno del Parco Val Grande ma, secondo gli organizzatori, l’atterraggio dell’elicottero avverrebbe al di fuori dei confini del Parco stesso.
Infine il 10 agosto la cerimonia di inaugurazione del rinnovato rifugio Bonasson all’Alpe Cortevecchio, in Valle Vigezzo; in questo caso non è coinvolto un parco, ma le aree di sorvolo e di atterraggio si trovano all’interno di una Zona di Protezione Speciale (ZPS) appartenente alla Rete europea Natura 2000, con tutela equiparata alle nostre aree protette istituzionali.
La motivazione è quasi sempre la stessa: dare la possibilità di salire in montagna anche a chi non riesce a farlo con le proprie gambe, per questioni di età o di mobilità ridotta. Purtroppo però in tutti questi casi le iniziative non sono state pubblicizzate come un trasporto riservato agli “aventi diritto”, ma in mancanza di severe specifiche si configurano come un vero e proprio servizio di elitaxi.
Che dire? Noi facciamo le nostre doverose segnalazioni agli organi di sorveglianza e agli Enti ed Amministrazioni interessate per cercare di ricondurre queste pratiche negli ambiti della legalità e della sicurezza, ma sono solo appigli burocratici per tentare di disincentivare una tendenza che prende sempre più piede, non sono questi gli aspetti che maggiormente ci interessano. Noi ci occupiamo di montagna, la legalità e la sicurezza dei voli andranno valutate dai tecnici specializzati in questi settori, ci preme invece sottolineare altri due aspetti: quello ambientale e quello etico.
Ci preme ricordare l’impatto ambientale che i sorvoli in elicottero hanno sulla conservazione della biodiversità: basti pensare all’inquinamento acustico, a quello atmosferico e al disturbo della fauna selvatica pregiata, tutelata da normative internazionali e nazionali, e non solo agli ungulati, ma anche ai tetraonidi e ai canidi. E ci preme sottolineare che dal punto di vista etico la montagna va affrontata by fair means, con mezzi leali, senza cercare scorciatoie ma vivendola ognuno secondo le proprie possibilità fisiche e fisiologiche, mentre oggi si privilegiano quelle economiche: spendo, quindi sono.
L’altra faccia della medaglia: nel 2017 il Comune di Balme, anche qui in Piemonte, ha deliberato: “Di ritenere inopportuna, impropria e dunque di esprimere la propria contrarietà alla pratica di qualsiasi tipologia di accesso e di fruizione motorizzata a scopo ludico del proprio territorio, sia estiva, quando preveda la percorrenza di sentieri e piste con motocicli, mezzi fuoristrada e quad, sia nel periodo invernale quando ciò avvenga per mezzo di motoslitte e di elicotteri per il trasporto turistico”.
Lo diciamo da sempre: in montagna i mezzi meccanici non rappresentano il nemico ma utili strumenti di lavoro, quando però si entra nell’ambito del luna park la montagna non è più protagonista in positivo ma solo uno sfondo per il nostro divertimento, non senza conseguenze.