Andare in motoslitta in montagna: un’attività pericolosa (per gli altri) e dannosa per l’ambiente.
Il 19 novembre 2024 la Corte di Cassazione ha messo fine a un procedimento durato anni. Ormai è una certezza: i giri in motoslitta nel comprensorio sciistico di Chamrousse sono illegali. Questo caso metterà definitivamente fine ad una pratica diffusa nelle località di montagna e dannosa per l’ambiente.
Pubblicato il 20 novembre 2024
Andare in motoslitta in montagna distrugge la fauna selvatica, ad esempio una specie particolarmente vulnerabile è il fagiano di monte che si rifugia tra la neve per sopravvivere all’inverno. Questa attività ricreativa si svolge spesso su percorsi fuoripista ed aumenta l’uso degli spazi selvaggi, compromettendo la tranquillità necessaria per la biodiversità. Oltre all’inquinamento acustico, luminoso e atmosferico, questi veicoli danneggiano l’ambiente naturale e colpiscono le foreste. Inoltre mettono in pericolo la sicurezza degli escursionisti e degli sciatori e disturbano residenti e turisti.
Sono queste questioni che hanno portato il legislatore ad adottare nel 1991 un testo che disciplina la circolazione dei veicoli terrestri a motore nelle aree naturali: la legge n. 91-2 del 3 gennaio 1991 codificata negli articoli da L.362-1 a L. 362-8 del Codice dell’Ambiente. Nel voto a favore di questa legge che vieta la pratica del fuoristrada motorizzato al di fuori delle strade e dei sentieri autorizzati sono prevalse tre motivazioni principali: la tutela degli spazi naturali, i disagi arrecati agli altri fruitori dell’ambiente (agricoltori, residenti, escursionisti) e il desiderio di rispettare l’etica della frequentazione della natura.
La base essenziale di questo divieto è tuttavia la protezione delle aree naturali, riconosciute di interesse generale dalla legge del 1976 sulla protezione della natura. La pratica non regolamentata del fuoristrada motorizzato, infatti, si oppone alla conservazione degli ambienti, alla preservazione delle specie animali e vegetali e in generale alla tutela degli spazi naturali e dei paesaggi. La particolare sensibilità degli spazi (e delle specie) montane in inverno ha portato all’articolo 3 di questa legge: “è vietato l’uso, a fini ricreativi, di veicoli a motore destinati alla progressione su neve”, salvo che su terreni appositamente dedicati, rispettando rigorosi condizioni che abbiamo avuto modo di far chiarire anche dai tribunali.
Nel 2001, il direttore della società ESPACE GLISS è stato condannato per aver offerto tour in motoslitta e per aver effettuato pubblicità illegale, decisione confermata nel 2002 davanti al giudice della Corte d’Appello. Nel 2020 e nel 2021, la stessa società ESPACE GLISS è stata multata per aver offerto ai propri clienti giri in motoslitta nel comprensorio sciistico di Chamrousse; Mountain Wilderness e France Nature Environment Isère si sono costituite parti civili. L’attività è stata ritenuta illegale e i suoi organizzatori sono stati pesantemente condannati a multe e alla confisca delle 10 motoslitte in questione. In questo caso, un’autorizzazione alla circolazione soggetta a contrassegno, rilasciata dal sindaco del Comune, è stata giudicata illegale dal tribunale di polizia di Grenoble. Infatti, il lavoro congiunto di MW e FNE nell’ambito di un caso portato nel 2014 davanti al Consiglio di Stato, ha permesso di creare un precedente precisando la definizione di “terreno per la pratica degli sport motorizzati”: la creazione di itinerari, anche segnalati, è vietata e non può essere considerato “terreno”, anche all’interno dei comprensori sciistici.
Tale decisione è stata confermata da una sentenza della Corte d’appello di Grenoble; la società ha immediatamente presentato ricorso in Cassazione per l’annullamento del verdetto. Il 19 novembre 2024 la Corte di Cassazione ha emesso la sua sentenza: ha confermato in tutti i termini la condanna e le sentenze pronunciate nei confronti delle motoslitte, compresa la confisca dei dispositivi incriminati. Una decisione che avrà un impatto molto più ampio. A seguito di ciò, le attività della società ESPACE GLISS, consistenti nell’offrire ai propri clienti escursioni motorizzate nel comprensorio sciistico di Chamrousse, devono cessare. Ma questa decisione della Corte di cassazione riveste un interesse che va oltre il caso Chamrousse. Infatti, l’attività di trekking in motoslitta è una pratica abbastanza diffusa nelle località di montagna. Queste attività sono spesso sostenute dai Comuni, che in passato hanno rilasciato autorizzazioni manifestamente illegali. Tuttavia, la giustizia sottolinea che tali autorizzazioni non possono fungere da tutela nei confronti di un procedimento penale. La motoslitta a scopo ricreativo può essere praticata solo su terreni autorizzati. Le escursioni motorizzate in ambiente naturale, anche nel comprensorio sciistico, restano severamente vietate. Abbiamo riscontrato che, con le decisioni del giudice di primo grado e della Corte d’appello, e senza attendere la decisione della Corte di cassazione, il prefetto delle Hautes-Alpes aveva chiesto ai sindaci delle località del suo dipartimento di verificare la corretta applicazione della legge nel loro territorio. Ciò ha fatto arrabbiare i “motoslittisti” che hanno manifestato a Gap alla fine dello scorso settembre.
Questa decisione rafforza la lotta delle associazioni ambientaliste. La montagna, spazio fragile, richiede pratiche rispettose e una rigorosa applicazione delle regole. Trentatré anni dopo l’adozione della legge, è giunto il momento che venga pienamente attuata in tutti i territori montani. Questo è ciò che siamo incoraggiati a fare a seguito di questa decisione della Corte di Cassazione!
https://www.mountainwilderness.fr/coup-darret-motoneiges-chamrousse