Marmolada (dopo la richiesta di risarcimento degli impiantisti): nessuno lavora per la riqualificazione. Uno scandalo internazionale.
La richiesta di risarcimento di Marmolada srl.
E’ recente la notizia che dopo la sentenza del Consiglio di Stato del 2023 – Provincia di Trento e Comune di Canazei – soccombenti contro la società Marmolada Srl perché non avrebbero potuto negare l’autorizzazione al rifacimento dello storico impianto di “Sass de Mul”, debbano ora sostenere in tribunale una richiesta di risarcimento per mancati guadagni di 8,5 milioni di euro.
Non sta a questa associazione entrare nel merito del conflitto.
Le proposte (mai ascoltate) per il futuro della Marmolada
E’ dovere invece di questa associazione rilanciare una progettualità condivisa e ambientalmente sostenibile dell’intero gruppo della Marmolada. La montagna simbolo delle Dolomiti e ormai dimenticata e umiliata da tutti.
Certo, Mountain Wilderness lo ha già fatto, da 35 anni.
– 1988 – 1989 la pulizia del ghiacciaio e della parete sud;
– 1996 la lotta contro l’eliski;
– diverse sentenze che fino in Cassazione hanno sempre condiviso le tesi dell’associazione proponendo severe condanne alla società:
– nel 1998 il lancio della progettualità di una Marmolada turisticamente e culturalmente innovativa;
– la partecipazione attiva ai diversi patti, tutti falliti, più per responsabilità trentine che altro;
– il patto della Marmolada stipulato nel 2013 con la società funiviaria, ancora oggi, purtroppo, esempio isolato nel profilo nazionale.
Cosa accadeva mentre maturavano queste attenzioni? La Provincia autonoma di Trento, sorretta dal Comune di Canazei, proponeva investimenti incredibili in collegamenti funiviari: da Alba a Fedaja, da Fedaja a Pian dei Fiacconi e la follia da Pian dei Fiacconi verso Punta Rocca. Progetti che Mountain Wilderness ha sempre contrastato in quanto insostenibili economicamente e nel profilo paesaggistico e ambientale. La tragedia del 3 luglio 2022 ha confermato con asprezza e dolore diffuso la visione di Mountain Wilderness: qualora realizzati quegli impianti sarebbero andati distrutti e le dimensioni dell’evento avrebbero avuto conseguenze, anche umane, ben più pesanti. Trento non può quindi proporsi come ente che sostenga una sviluppo ambientalmente compatibile della montagna. Ovviamente nemmeno la Marmolada srl che insiste in comportamenti discutibili, a esempio l’apposizione di teli plastificati sul ghiacciaio pur di tutelare la superficie sciabile: un danno ambientale e paesaggistico insostenibile.
Mountain Wilderness ha anche provato con il Comune di Canazei (2018 – 2019) a rilanciare la montagna con il progetto “La Marmolada dell’immaginario”. Tutto cassato causa l’inerzia, colpevole, dei Comuni di Canazei e Rocca Pietore, della Provincia di Trento, e della ormai fallita idea di Dolomiti patrimonio naturale dell’Unesco. Un ente immobilizzato dalla politica, capace di solo marketing.
Oggi le realtà amministrative sono ancora ferme all’epoca del conflitto sui confini che dura da 50 anni, ferme a livello propositivo ancorate allo sviluppo degli anni ‘60 basato sul potenziamento dell’industria dello sci. E la Marmolada invece supplica intelligenza, innovazione, coraggio, una riconversione turistica e di lavoro di alto profilo.
Mountain Wilderness Italia chiede a tutte la parti in gioco, ancora una volta, di fermare questo insensato conflitto, a tutti i livelli. Chiede l’apertura di un tavolo sereno, propositivo, supportato da conoscenze scientifiche, che sappia riportare il futuro della Marmolada all’interno di un progetto sostenibile.
Noi come associazione siamo aperti al dialogo, come sempre. Spetta alle istituzioni la volontà di riaprire un capitolo che superi ulteriore conflittualità e immobilismo. E la vergogna di una Marmolada abbandonata, dal veneto e dal Trentino.