Cansiglio e la vendita dell’Hotel San Marco: la Regione dia delle spiegazioni credibili

Nuovo episodio della storia della vendita dell’ex hotel San Marco in Pian Cansiglio, la Regione non demorde e domani scade il termine per la presentazione della domanda di acquisto da parte di acquirenti privati.

Michele Boato direttore dell’Ecoistituto del Veneto Langer e Giancarlo Gazzola di Mountain Wilderness Veneto, anche a nome della LIPU e di altre associazioni ambientaliste del Veneto, continuano ad esprimere la forte contrarietà a questa forzatura di voler assolutamente vendere l’hotel San Marco, rivelando così la determinazione a procedere alla privatizzazione di un bene pubblico, cioè un bene comune di tutta la collettività veneta e non solo.

Michele Boato con Toio De Savorgnani in Cansiglio

Non esistono motivazioni ragionevoli per procedere con la vendita, soprattutto perché l’imprenditore privato che da oltre due anni si dichiara disponibile a prendere in affitto l’albergo nella situazione in cui si trova, quindi senza acquisirne la proprietà, e ristrutturarlo a proprie spese, per poi restituirlo alla fine del contratto di locazione. Come mai tanto accanimento con la vendita? Che cosa c’è dietro questa scelta che va decisamente contro gli interessi della stessa Regione?

Il privato ristrutturerebbe a sue spese e il bene resterebbe pubblico, poi restituirebbe l’albergo ristrutturato, sarebbe una scelta che metterebbe tutti d’accordo: nessuna svendita del Cansiglio, rimessa in funzione di una struttura turistica per chi vuole la rivitalizzazione di Cansiglio e che creerebbe anche nuovi posti di lavoro, ristrutturazione a costo zero per le finanze regionali. Non è questa la scelta più logica e razionale?

Invece la Regione intende procedere con la vendita per poco, forse solo 400.000 €, cioè nulla per un bilancio regionale, o addirittura regalarlo in cambio della promessa di ristrutturazione? A chi si vuole fare un regalo ? Come non farsi venire il sospetto che ci siano già i nomi pronti?

La foresta del Cansiglio

Ma in quel caso, contro una conclamata disponibilità ristrutturare senza perdere la proprietà, proposta sempre volutamente ignorata prima e contrastata poi, la vendita o il regalo si configurerebbero come un danno erariale. Se qualcuno comprerà gli renderemo la vita dura, e chiederemo alla Regione di rispondere della perdita provocata, perdita non solo ideale e culturale , cioè la privatizzazione di un simbolo dell’identità veneta, ma anche una vera e propria perdita economica. Forse non è un caso che l’ ex albergo porti il nome della Repubblica nella cui storia i veneti si identificano.

La storia della privatizzazione del San Marco non finirà con la vendita, sarà solo un nuovo episodio.