E’ in distribuzione il Notiziario di Mountain Wilderness con un monografico dedicato alle Aree Protette
E’ in distribuzione il notiziario di Mountain Wilderness destinato ai soci e ai sostenitori dell’Associazione. Dovrebbe (speriamo nelle Poste) arrivare nelle vostre case entro Natale.
E’ un notiziario quasi interamente dedicato alle Aree Protette con grande attenzione riservata al centenario dei Parchi del Gran Paradiso e di Abruzzo, Lazio e Molise.
Vi anticipiamo l’editoriale del Direttore Luigi Casanova che, partendo dalle storia e dalle motivazioni che stanno alla base dell’istituzione delle Aree Protette, auspica un futuro in cui i Parchi “rimangano centrali nel proporre e diffondere buone pratiche nella conservazione e nella tutela della biodiversità nel nostro Paese”.Buona lettura!
Rilancio urgente delle Aree Protette Italiane di Luigi Casanova
L’uomo ha sempre convissuto con l’esigenza di conservare integri gli ambienti naturali. Pensiamo alle vette che alcune popolazioni ancora oggi ritengono inviolabili perché dimore degli dei, o alla tutela di tante comunità di singoli alberi e vaste foreste, non solo nell’Asia minore ma anche in Europa.
Situazioni, percezioni fra loro differenziate che sono presenti anche presso le popolazioni dei nativi in Africa come nelle Americhe del Nord e del Sud. E’ con la nascita degli Stati moderni che alcune aree vengono individuate e istituzionalizzate con lo scopo prioritario della conservazione dei beni naturali e paesaggistici. In Italia già il Regno delle due Sicilie nel 1826 decise di conservare i boschi di Montecalvo, di San Vito e di Calvi.
Negli Stati Uniti nel 1832 nasceva la riserva di Hot Springs e nel 1853 in Francia si istituiva la riserva di Fontainebleau. Dai ristretti ambiti si passa ai grandi parchi: negli Stati Uniti nel 1872 nasce il primo vero parco nazionale a Yellowstone, seguito poco dopo dai parchi nazionali canadesi di Banff (1885) e Glacier (1886). L’idea era di conservare la wilderness, i territori erano disabitati, o meglio, le popolazioni presenti sono state forzatamente allontanate.
Questo bisogno di natura e di conservazione della biodiversità solo nel 1961 porta alla nascita di un organismo internazionale che emana le linee guida di gestione da rispettare, grazie all’ONU. Si tratta dell’IUCN (Unione mondiale per la conservazione della natura), si rende ufficiale una lista di parchi nazionali o riserve equivalenti sulle quali investire. In Italia si muovono significativi passi nel 1905 con la dichiarazione della “inalienabilità dei relitti della pineta della costiera di Ravenna” e nel 1920 il filosofo Benedetto Croce presenterà una proposta che diventerà legge nel 1922, la 778/1922 “Per la tutela delle bellezze naturali e degli immobili di particolare interesse storico”.
Una legge attenta alla tutela del bello e del patrimonio storico più che della natura.
Ma l’anno è strategico in quanto vede la nascita dei primi due veri parchi nazionali in due riserve reali di caccia. Il Gran Paradiso per tutelare lo stambecco, una presenza che nel 1815 era ridotta a soli 100 esemplari.
Ma sarà Renzo Videsott nel dopoguerra il vero padre del parco, prima come commissario straordinario e poi come direttore, un parco affascinante ricco di 57 ghiacciai. Nasceva anche il Parco d’Abruzzo (11 gennaio 1923) su 12.000 ettari per tutelare l’orso marsicano e il camoscio d’Abruzzo. Anche in questo caso, dopo decenni di rapine dei beni naturali e alterazioni incredibili sarà un singolo uomo, Franco Tassi, a promuoverne la rinascita. Ambedue si sono trovati in conflitto con vasti ambiti politici e con i residenti, ma hanno saputo tenere ferma la linea della conservazione integrale.
Oggi siamo ancora inseriti in un percorso di emergenza. La gestione dei parchi naturali nazionali (sono 25) è stata delegata alla più deleteria lottizzazione politica, sono stati dissanguati di risorse economiche e di personale.
Eppure, in una situazione di resistenza, direttori e personale mantengono una barra alta e propositiva che tende al rilancio culturale e perché no, anche economico delle aree protette. C’è bisogno di investire da subito in formazione, in condivisione con le popolazioni che vi abitano, c’è bisogno di estendere la cultura del parco anche fuori dai suoi confini per abbracciarne tutti i territori. Mountain Wilderness è stata protagonista attiva di questi percorsi propositivi: con le manifestazioni a favore della nascita del parco nazionale dei Monti della Laga, con la presenza attiva anche nel cuore dei parchi regionali e di singole riserve, ma specialmente con la promozione e il sostegno della Carta di Fontecchio sottoscritta nel 2016 da un ampio panorama associativo nazionale. Questa carta è forte di una visione moderna delle aree protette. Sta a noi tutti riprenderne i contenuti per fare in modo che le aree protette in Italia rimangano centrali nel proporre e diffondere buone pratiche nella conservazione e nella tutela della biodiversità nel nostro paese. Ripartendo dal coraggio e dai contenuti di Videsott e Tassi.
Luigi Casanova