I Parchi Nazionali commissariati

È sempre più triste la narrazione della gestione delle aree protette nazionali. Un decennio fa si sono imposti comitati di gestione e presidenze politicizzate. Un passaggio che invece di sostenere le aree protette come esempi virtuosi della gestione del territorio, le ha portate all’ immobilismo, anche causa il continuo taglio dei contributi dello Stato.
Basta innovazione e ricerca, si è scelta la strada dell’abbandono. Ora invece i parchi si commissariano, cioè li si priva di quel poco di democrazia e di legame territoriale rimasto e li si sottopone alla gestione diretta dello
Stato.

Parco Nazionale della Valgrande, VB. Foto: Luigi Ranzani


Un disegno politico voluto:, si tende a dimostrare alle popolazioni che vivono nei parchi che questi enti sono immobili, incapaci di proposte, invasivi contro le popolazioni locali nell’imporre solo vincoli invece di sviluppo.
Su questo tema MW sta sollecitando, anche e non solo attraverso la Carta di Fontecchio, tutte le associazioni ambientaliste a riprendere una azione politica e sociale che riporti le aree protette italiane a essere motori di sviluppo sostenibile, di azioni dirette alla conservazione della biodiversità e di incentivo alle economie che i territori, grazie a mille buone pratiche, esprimono.


L’ultimo esempio di commissariamento riguarda il parco nazionale
delle Dolomiti bellunesi, un parco giovane che nel passato era un esempio nazionale di efficienza e innovazione.
Ora anche questo territorio sta naufragando nell’immobilismo della politica nazionale e regionale (Veneto).