Il Cansiglio non si vende!

Antica Foresta del Cansiglio, Veneto/Friuli Venezia Giulia
L’annuale manifestazione in difesa dell’Antica Foresta.

Da qualche anno la parola d’ordine delle nostre manifestazioni per la difesa dell’Antica Foresta è “Il Cansiglio non è in vendita”, ma sta emergendo un disegno complessivo, una strategia di fondo che finora non è mai stata comunicata pubblicamente, e che, finalmente, è diventata evidente: non si tratta solo della vendita di una piccola area, come quella dell’ex albergo San Marco, ma del cambiamento radicale di tutta la gestione di questa importante proprietà pubblica, un tempo dello Stato, ora della Regione.
Finora è stato applicato il principio di “Cansiglio Foresta inalienabile”, un principio che dura da più di mille anni, da quando l’imperatore Berengario ha donato il Cansiglio e l’Alpago al Vescovo e Conte di Belluno, che in quel periodo rappresentava l’autorità superiore, l’equivalente del nostro Stato.
Da allora, pur attraverso molte vicissitudini storiche e cambiamenti del tipo di potere, quell’impostazione iniziale si è conservata e la cessione di qualsiasi parte di questo territorio è stata un’operazione difficile e complessa. Da questo punto di vista, la caratteristica principale del Cansiglio è che il nucleo più importante, la grande Foresta e la Piana centrale (il Pian Cansiglio) hanno conservato la loro unitarietà e sono stati gestiti nell’ottica di una conservazione a tempo indefinito.
Sicuramente, né il Vescovo-Conte (o il Comune di Belluno o la Repubblica di Venezia), né gli altri proprietari che si sono succeduti (l’Impero francese di Napoleone, l’Impero austriaco, il Regno d’Italia) hanno operato secondo principi ecologici di conservazione naturalistica, bensì per potersi garantire una fonte illimitata di prezioso legname per uso pubblico, anche militare, ma le comunità locali, se avessero potuto, avrebbero eliminato gran parte del bosco e trasformato il Cansiglio in una vasta area per il pascolo.
Solo negli anni ’60 si è cominciato a parlare di tutela naturalistica del Cansiglio e, durante la gestione del Corpo Forestale dello Stato, è stata fatta la proposta di far diventare il Cansiglio (la Foresta dei Dogi) e il Monte Baldo (il Giardino d’Europa) addirittura Parchi Nazionali. Negli anni ’80, su proposta delle associazioni naturalistiche, il Cansiglio doveva diventare Parco Regionale, comprendente anche territori comunali, ma l’opposizione della politica locale ha stoppato questa possibilità. Infine l’ultima proposta, sempre sostenuta dalle Associazioni ambientaliste ed alpinistiche, è stata di creare una Riserva Naturale Regionale, ma non se ne è fatto nulla. Per fortuna, nel frattempo su pressione dell’Europa, il Cansiglio di proprietà pubblica è diventato area SIC (Sito di interesse Comunitario) e ZPS (Zona di Protezione Speciale), con l’obbligo di una gestione destinata prevalentemente alla conservazione della biodiversità: almeno lo stato attuale, ma nella prospettiva di un miglioramento dal punto di vista naturalistico.

Quindi la destinazione ad area naturale protetta sembra inevitabile, ma il disegno che sta emergendo chiaramente nel periodo attuale sembra stia andando nella direzione esattamente opposta. Come abbiamo sempre sostenuto, se dovesse passare l’attuale tentativo di vendere l’ex albergo San Marco (in stato di degrado, non per incuria ma semplicemente perché, da oltre 15 anni, nessun privato ha voluto prenderlo in affitto a causa degli alti costi di esercizio), sarebbe la rottura di un principio secolare e, dopo quella prima alienazione, potrebbero avvenire molte altre privatizzazioni: di aziende agricole, ristoranti ed agriturismi, edifici ad uso turistico ed abitativo. La vendita del San Marco sarebbe l’inizio della demolizione del Cansiglio, come almeno dieci secoli di storia ce lo hanno consegnato. Ecco perché continueremo ad opporci, per tentare di impedire questa operazione, mascherata da scuse quali il buon senso o la mancanza di risorse pubbliche per la ristrutturazione.
La nostra proposta rimane la stessa: o si trova il modo di ristrutturare senza vendere, ad esempio in cambio di un periodo di gestione molto lungo, oppure è meglio demolirlo.
Nel 2015 il raduno di alpinisti ed ambientalisti in difesa dell’Antica Foresta (che abbiamo iniziato a proporre annualmente dal 1988, quindi questo è il 39mo anno!) lo abbiamo fatto percorrendo un pezzo della medioevale Strada del Patriarca, per ribadire l’importanza non solo naturalistica ma anche storica del Cansiglio e la necessità di proseguire, con finalità attuali, una consolidata tradizione storica.
Abbiamo ribadito il No totale alla vendita anche di un solo metro quadro di Cansiglio anche domenica 19 giugno di quest’anno quando, con la partecipazione di Radio Gamma 5, ci siamo ritrovati in oltre duemila e lo faremo anche ora, domenica 13 novembre, tornando però sul nostro percorso tradizionale, quello della prima volta, nel 1988, a Casera e Forcella Palantina.
La vendita dell’ex San Marco sarebbe il primo passo, a cui seguirebbero altre vendite, o svendite. La pressione della politica locale sulla Regione è da qualche anno fortissima e le richieste sono ben precise: ridurre al massimo la presenza della Regione, da cui derivano, in parte, le proposte di chiusura o di forte ridimensionamento dell’attuale ente gestore del Cansiglio, cioè di Veneto Agricoltura. Ampio spazio al cosiddetto “tavolo dei sindaci”, un’apparente ragionevole ed apprezzabile procedura per impostare una politica di gestione del territorio assieme alle comunità locali che si è trasformata in un inaccettabile elenco di perentorie richieste avente un unico disegno: ridurre al massimo la presenza della Regione, ridurre al massimo i vincoli esistenti e dare il via ad uno sviluppo “insostenibile”.
Ulteriore richiesta dei comuni è quella di avere in gestione anche tutto il bosco in modo da poter fare cassa con la vendita del legno. Da notare che la delibera regionale che ha creato il tavolo dei sindaci prevede la partecipazione anche degli operatori economici, di quelli culturali e delle associazioni ambientaliste, cosa mai avvenuta e quindi gli incontri fatti finora sono stati tutti irregolari.
Domenica 13 novembre chiediamo che la Regione Veneto faccia chiarezza sulle prospettive future dell’Antica Foresta e sulle improprie aspettative dei comuni.
Cansiglio non si vende e non si cede, è un grande bene comune e la destinazione ad area protetta è inevitabile, sempre più verso la tutela e miglioramento della biodiversità. Il turismo e le attività economiche vanno regolate in base alle necessità della conservazione e la “sostenibilità” dovrà essere reale e non solo un marchio pubblicitario fasullo per “vendere” meglio e ad un prezzo maggiore un qualsiasi prodotto turistico.

Toio de Savorgnani

Il programma

  • 9.30 Ritrovo al villaggio cimbro di Pian Canaie (Campon-Tambre)
  • 10.00 Partenza per Casera Palantina
  • 12.00 Ritorno

veneto@mountainwilderness.it