Il territorio del Parco di Migliarino San Rossore Massacciuccoli rischia di essere violato da un’ “opera destinata alla difesa nazionale”.

Il progetto si definisce come ricollocazione funzionale per tre reparti (Gruppo Intervento Speciale- GIS, 1° Rgt “Tuscania”, e Centro cinofili) in due particelle catastali di proprietà del Demanio dello Stato su una superficie di 729.340 mq. Scarica la relazione istruttoria dell’Ente Parco.

Appello del Gruppo di San Rossore al Presidente del Consiglio perché il Parco di Migliarino San Rossore Massacciuccoli non venga violato

Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,
il Gruppo di San Rossore è un’associazione culturale che prende il nome dalla sua sede storica situata nel Parco regionale di Migliarino San Rossore Massacciuccoli e che da oltre quindici anni opera per affermare la centralità della questione ambientale e, grazie all’iniziativa del suo fondatore Renzo Moschini, è diventato un punto di riferimento nel dibattito sulle aree protette.
Il Gruppo si rivolge a Lei perché il territorio del Parco di Migliarino San Rossore Massacciuccoli, proprio in questo anno 2022 che segna il centenario dell’istituzione dei primi due parchi italiani, rischia di essere violato da un intervento che il DPCM del 14 gennaio scorso, pubblicato il 23 marzo, ha qualificato come “opera destinata alla difesa nazionale” a cui si applicano le misure di semplificazione per accedere rapidamente e senza ostacoli ai finanziamenti del Pnrr (art. 44 del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77).
Ci permettiamo di segnalarLe che:
a) il Parco – uno dei più antichi parchi regionali – è stato istituito nel 1979 con l’obiettivo di tutelare le straordinarie caratteristiche ambientali e storiche del litorale pisano e lucchese;
b) per la complessità dei problemi che ha saputo affrontare, il Parco ha contribuito a determinare la storia della conservazione della natura in Italia e nel 2016 è stato riconosciuto dall’Unesco come Riserva della Biosfera “Selve costiere di Toscana”, parte del Programma mondiale MaB (Man and the Biosphere);
c) l’intervento, che è progettato dall’Arma dei Carabinieri, intendd realizzare all’interno del Parco (area di Coltano), su una superficie di quasi 73 ettari (729.340 mq) da recintare interamente, una cittadella militare con opere per complessivi 445.189,5 metri cubi (tra le quali 11 fabbricati per alloggi, 18 villette a schiera, il Centro cinofili, strutture di addestramento sia alla guida veloce che per interventi su aeromobili, 2 poligoni di tiro);
d) dell’esistenza di questo progetto si è appreso solo al momento della pubblicazione del DPCM: in questo mese si sono levate le voci contrarie del Parco, di istituzioni locali, partiti, sindacati e importanti associazioni;
e) l’intervento risulta in evidente contrasto con il Piano del Parco, il quale – come sottolinea la Relazione istruttoria dell’Ufficio Biodiversità del Parco che, se ci fosse stato il tempo necessario, avrebbe dovuto accompagnare il parere preliminare dell’Ente Parco – classifica l’area in questione , per un terzo, come “zona agricola di sviluppo” (in cui è ammessa esclusivamente la nuova edificazione di abitazioni rurali qualora, come in questo caso, non preesistano specifici edifici) e, per due terzi, come “zona agricola di recupero ambientale” (in cui non è assolutamente ammessa la realizzazione di nuovi edifici);
e) si prospetta così – come conclude la Relazione – un cambio di destinazione “con rilevantissimo consumo di suolo” che si pone in contrasto sia con la normativa del Parco sia con i principi fondativi della legislazione della Regione Toscana sul governo del territorio (artt. 1, 3, 4, 5 della legge regionale n. 65/2014).

Il Gruppo di San Rossore esprime la sua forte preoccupazione non soltanto perché il progetto mette in luce le carenze riguardanti “gli aspetti ambientali, paesaggistici e culturali” a cui fa riferimento il citato decreto-legge 71/2021, che in quanto tali dovrebbero essere ostative a ogni attuazione, ma anche, e soprattutto, perché il DPCM rischia di essere considerato conferma di un’impostazione che, con la giustificazione della necessità di accelerare i progetti che godono dei finanziamenti del PNRR, pongono in assoluto subordine le esigenze di conservazione della natura. E’ quanto sta avvenendo in questi mesi per tanti progetti di impianti sciistici da realizzare o da ampliare nelle aree più preziose e delicate dal punto di vista naturalistico e paesaggistico delle Alpi e degli Appennini, i quali, per ovviare alla progressiva scarsità di neve dovuta al cambiamento climatico, prevedono opere fortemente impattanti, come grandi bacini idrici funzionali alla neve artificiale o stazioni sciistiche a quote sempre più alte: si aprono così nelle popolazioni false aspettative destinate a tradursi in aspra opposizione nei confronti delle misure di tutela ambientale e di chi intende farle rispettare.
E’ invece proprio in questa fase storica che occorre rilanciare l’azione per la conservazione dell’ambiente e della biodiversità. La impongono:

  1. la normativa base contenuta nel Regolamento UE 2021/241 del 12 febbraio 2021 che, nell’istituire il “dispositivo per la ripresa e la resilienza”, individua “sei pilastri”, il primo dei quali è costituito dalla transizione verde che deve essere sostenuta con riforme e investimenti riguardanti innanzi tutto la biodiversità (considerando 10 e 11), data la particolare importanza che riveste per l’Unione la “drammatica perdita di biodiversità” (considerando 27);
  2. la Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030, dal suggestivo titolo “riportare la natura nella nostra vita”, che sottolinea il dovere di “di proteggere di più la natura” e che a tal fine fissa l’obiettivo di tutelare entro il 2030 almeno il 30 % della superficie terrestre e il 30 % del mare;
  3. la legge costituzionale italiana n. 1 dell’11 febbraio scorso che ha inserito nell’art. 9 Cost. – perciò tra i principi fondamentali – il seguente comma: la Repubblica “tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”.
    Per questi motivi, Signor Presidente, il Gruppo di San Rossore fa appello alla Sua sensibilità perché non venga violato un Parco così importante per l’Italia e perché i finanziamenti del Pnrr vengano destinati a progetti che coniughino conservazione e sviluppo effettivamente sostenibile che sono in grado di realizzare il vero interesse delle popolazioni e soprattutto dei giovani (donne e uomini).
    22 aprile 2022
    Il Presidente
    Prof. Carlo Alberto Graziani