Inganno a 4061m

Da anni, ormai ci prepariamo a festeggiare il 1° secolo del parco nazionale più vecchio d’Italia.  “La Valle d’Aosta, e in particolare l’area del Gran Paradiso, celebrano nel 2022 la concomitanza di due ricorrenze dal forte valore simbolico: il 100° anniversario dall’istituzione del Parco Nazionale Gran Paradiso e la 25a edizione del Gran Paradiso Film Festival (…). L’11 luglio il Festival aprirà ufficialmente in occasione della visita di SAS il Principe Alberto II di Monaco, alla presenza delle principali autorità regionali.

In questa occasione verrà presentata la Carta del Gran Paradiso, per affermare i princìpi di sviluppo sostenibile e conservazione della natura che sono alla base dei rapporti istituzionali e di amicizia fra Regione autonoma Valle d’Aosta e Principato di Monaco. La Carta sarà poi simbolicamente portata sulla vetta del Gran Paradiso a 4.061 m di quota e diffusa online per tutti coloro che vorranno firmarla, condividendo il proprio impegno concreto per un mondo più sostenibile”, recita il sito dell’omonimo festival cinematografico.

Fin qui tutto bene, non fosse che la carta, dopo una lunga introduzione che elenca date ed eventi salienti della tutela dell’ambiente, della protezione del clima e della biodiversità, propone il Gran Paradiso come “fonte di ispirazione per innescare buone pratiche di mitigazione degli impatti negativi prodotti dall’uomo sull’ambiente, attraverso le azioni di istituzioni e cittadini, al fine di generare un impatto positivo sull’ambiente in cui viviamo” e propone la sottoscrizione di sé stessa “dichiarando il proprio impegno ad adottare comportamenti e azioni in linea con gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030”.

Ora, sappiamo bene che l’Agenda 2030 è già stata sottoscritta dall’Italia, assieme ad altre 192 nazioni, tra cui il Principato di Monaco, e che “Gli obiettivi fissati per lo sviluppo sostenibile hanno una validità globale, riguardano e coinvolgono tutti i Paesi e le componenti della società, dalle imprese private al settore pubblico, dalla società civile agli operatori dell’informazione e cultura”, come recita il sito dell’Agenzia per la coesione territoriale. Quindi invitare uno stato, un’entità subnazionale e i cittadini a firmare la carta non va oltre un mero significato simbolico.

Ma torniamo alla montagna fonte di ispirazione e alla carta simbolicamente portata in vetta, al fine di proporre il Gran Paradiso come modello “per innescare buone pratiche di mitigazione degli impatti negativi prodotti dall’uomo sull’ambiente”.

Alla vista delle foto dell’ascensione a cui ha partecipato S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco sorgono già i primi sospetti sulla cordata, sospetti confermati da un commento, ora nascosto dagli amministratori dell’account, apparso in calce al post, commento di cui riportiamo solo le parti salienti: “Mi chiedo se i valori comuni siano un aumento dell’inquinamento da cherosene, per un volo turistico, che ha consentito al principe (…) di raggiungere la schiena dell’asino (…) facendo finta di arrivare dal fondovalle a piedi senza inquinare. (…) Mi chiedo quale potenza abbia fatto sì che la regione (…) abbia consentito l’attivazione dell’elicottero di riserva del soccorso, in sigla Sierra Alfa 3, per il trasporto di personaggi ai fini di una gita turistica a spese dei contribuenti della Vallée. Mi vergogno ancora di più del fatto che l’ente parco (…) abbia avallato un sorvolo inutile e potenzialmente dannoso per la fauna (in questo periodo vi sono parti di stambecchi già particolarmente sofferenti per l’andamento climatico) anche a fronte di pareri negativi, motivati, da parte del Corpo di Sorveglianza” (Giovanni Bracotto)*

Ora, considerato il divieto dei voli turistici nell’area protetta, sommato alle emissioni inquinanti e alle emissioni acustiche generate, chiediamo agli enti organizzatori, che pubblicizzano a spron battuto la sostenibilità ambientale dell’evento cinematografico e della carta: ma c’era davvero bisogno di elitrasportare questa cordata, nella quale riconosciamo distintamente S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco, in cima alla montagna, pur di scattare qualche foto di rito e fare titoli acchiappa click?

Pensate davvero che questo elitrasporto, tenuto nascosto ai cittadini, possa realmente “diventare fonte di ispirazione per innescare buone pratiche di mitigazione degli impatti negativi prodotti dall’uomo sull’ambiente”? A noi pare piuttosto che il messaggio veicolato sia diametralmente opposto all’intento propagandato, e lasci il retrogusto amaro di un inganno, un inganno ad alta quota.

Cosa ne penseranno i cittadini, invitati ad ispirarsi al buon esempio del Gran Paradiso?

*Caposervizio Valle di Rhemes del Corpo di Sorveglianza del Parco.

Mountain Wilderness International