Le fotografie di una montagna ferita: il collegamento Pinzolo – Campigli

MW presenta le immagini dell’ennesimo scempio ambientale per fare spazio a nuove piste da sci

Le immagini di quanto sta accadendo nel Parco Adamello – Brenta (Tn)
Come per l’ormai perduta val Jumela, come per Val della Mite, la Marmolada, Mountain Wilderness presenta ai cittadini le fotografie di un recente reportage nella zona del gruppo dolomitico del Brenta (Parco Adamello-Brenta).

Non dimentichiamo che stiamo parlando di sito protetto da una certificazione d’interesse comunitario più comunemente chiamato SIC. Si tratta di un’area meravigliosa, una terrazza che offre un panorama a 360°. Infatti appena sopra alti larici, ad est, svetta la cima Tosa e ad ovest si può quasi toccare con la mano il Carè Alto e la Presanella fino ad arrivare al Vioz.

Questa vuole essere la testimonianza di quanto sta avvenendo nel nostro Trentino, come per la Val della Mite: la trasformazione violenta di un territorio, un atto prepotente ed insensato che passa nella totale indifferenza, se non con la complicità delle autorità tecniche e politiche provinciali.

Ho voluto documentare quanto visto per invitarvi ad essere il più possibile partecipi dello scempio che si sta compiendo in tale zona. Per essere incisivo nella denuncia, teniamo anche presente il mancato rispetto dei vincoli, che sarebbe dovuti, visto che siamo su di un territorio sito all’interno di un parco naturale di notevole valore e notorietà.

Vorrei poter trasmettere, oltre all’ impatto visivo non certo gradevole che le immagini documentano, il disagio ed il senso di nausea che ho provato trovandomi immerso in un ambiente che ho frequentato per anni, apparsomi ora completamente modificato ed umiliato dall’insensibilità e dalla cupidigia di chi sostiene che queste scelte siano le uniche possibili per dar lustro allo sviluppo di un territorio, ponendo come alibi, ormai poco credibile, il conseguente miglioramento del benessere e di un profitto che sarà equamente ridistribuito sulla popolazione locale.

Per il momento si vede un fiume di abeti e larici abbattuti ed accasciati al suolo in attesa di essere tolti, trasferiti da una teleferica un po’ più in basso e poi caricati su dei camion: dovranno percorrere una quindicina di km di strada forestale per essere scaricati a valle.

Mezzi pesanti di uguale stazza hanno portato per gli stessi km. fino all’impianto a valle, a m 1600 di quota, trasportando con numerosi trasferimenti tonnellate di cemento per costruire una struttura delle dimensioni di un condominio di città.

Non esente da impatto è l’impianto a monte, quota 1900m, un’area ritrovata rasata e spianata, messa in sicurezza presumo in base alle norme vigenti in materia.
A questo punto aver appreso, che per favorire e non disturbare il periodo del canto del gallo cedrone, sia stato posticipato l’inizio dei lavori di una decina di giorni dalla data stabilita, se non fosse per la gravità degli eventi farebbe sorridere, essendo la risultanza della classica ciurlatina nel manico.

Cari amici, le foto parlano da sole: sono giornate tristi che nella nostra provincia si sommano a troppe di simili: Jumela, Paganella, Val della Mite, Bondone. E fra poco tempo Tremalzo, Passo Broccon, Lastebasse, Col dei Rossi. Le montagne, le Dolomiti devastate. E vallate che non riconosciamo.
Franco Tessadri
texfranco@yahoo.it