Lettera aperta al Presidente della Fondazione Dolomiti UNESCO, dott. Mario Tonina

Pubblichiamo la lettera aperta che Luigi Casanova ha inviato ai giornali.

Luigi Casanova

Egregio Presidente,
posso comprendere come Lei sia rimasto sorpreso dai contenuti del Dossier sulle Dolomiti che buona parte dell’ambientalismo nazionale ha reso pubblico in questi giorni. Del resto era stato avvisato molto tempo prima della severità del documento: probabilmente ci ha sottovalutati. Lei ha affermato che abbiamo strumentalizzato una vicenda (quando si strumentalizza bisogna avere un motivo e specialmente un avversario e agire in assenza di trasparenza, situazioni culturali lontane dall’agire dell’ambientalismo nazionale). Afferma anche che abbiamo banalizzato un percorso senza dubbio complesso. E’ bene che i cittadini delle Dolomiti abbiano ben presente l’operato di Mountain Wilderness e di altre associazioni dentro la Fondazione, un’azione lunga 26 anni dei quali 9 impiegati a collaborare.
Proprio perché consci della complessità del progetto che doveva condividere azioni in un contesto seriale, strutturato in eccezionali diversità istituzionali, normative, culturali sociali e ambientali abbiamo investito in grande pazienza e umiltà. Fin dal novembre 2009 a Pieve di Cadore, forti del successo ottenuto a Siviglia, abbiamo elencato pubblicamente le criticità del riconoscimento, oggi tutte confermate.

Abbiamo collaborato fin dove possibile (a differenza del mondo politico e istituzionale il nostro apporto è stato del tutto volontaristico) in più tavoli: natura e paesaggio, impianti obsoleti, traffico sui passi, Marmolada, Tre Cime di Lavaredo. Su tutti questi aspetti abbiamo portato proposte, addirittura progettualità ampie sovraterritoriali. Come Fondazione, invece di isolarci, siete almeno in grado di riconoscere il nostro lungo e profondo impegno? Abbiamo condiviso molto, appoggiato il piano di gestione proprio perché rispondeva alle richieste, anche queste precise e severe, dell’unica visita commissariale di UNESCO, 2011. E’ dal 2016 che ci viene garantita una ulteriore visita, sempre rimandata, oggi cancellata, impedendo così a tutti gli attori del progetto Dolomiti 2040 una verifica di quanto avviato, delle progettazioni in atto, della concretezza degli impegni lì sottoscritti da tutte le istituzioni provinciali e regionali interessate. Come abbiamo documentato nel Dossier nessuno di quegli stupendi passaggi, di quelle profonde riflessioni, è diventato realtà: l’umiliazione più grave che voi istituzioni avete inferto alle Dolomiti sono i passi indietro che avete sostenuto nella limitazione agli accessi sui passi Dolomitici, o al permettere a soci sostenitori che organizzano raduni motoristici o voli in elicottero di usufruire del marchio di soci sostenitori, o a enti locali che violano di fatto, sostenendo progetto insostenibili (Marmolada, Comelico, Civetta), il dettato di Dolomiti 2040, compresi i temi relativi alla gestione della caccia.

Jeep Camp 2019 a San Martino di Castrozza


L’ambientalismo italiano, sia nazionale che quello locale ma mai localista, ha riversato nella Fondazione l’anima più onesta del nostro agire, passione e amore verso queste montagne che hanno valore internazionale: forti di questi valori le Dolomiti vanno gestite in un profilo sovralocale. Se siamo usciti con voce tanto forte, solo a fine decennio, è perché abbiamo sempre sperato che dalla Fondazione, invece della banalizzazione delle valorizzazioni economiche dei territori, si levassero toni alti su investimenti che riguardano la biodiversità, la conservazione delle alte quote e dei prati aridi, una gestione di alta qualità fino all’eccellenza, delle proposte turistiche, dell’allevamento e dell’agricoltura di montagna, della mobilità e dei servizi rivolti alle genti che le vallate le abitano. Non è accaduto nulla di tutto questo.
Dal suo comunicato voglio cogliere l’appello al sostegno del ritorno dei commissari UNESCO, affinchè ripetano l’esperienza del 2011 ascoltando tutte le energie sociali e culturali che il territorio delle Dolomiti presenta compresi noi battitori liberi da ogni interesse. A quel punto, o meglio da subito, possiamo ripartire con nuova convinzione, per dare attuazione immediata a tante risoluzioni già condivise nel documento Dolomiti 2040, superando chiacchiere e inutili convegni. E’ stato grave trovare nel sua comunicato l’assenza totale di argomentazioni e fatti qui appena accennati.
Un ultimo passaggio, mi permetta. Certo, la mia presidente dott.ssa Federica Corrado ha rinnovato l’adesione della CIPRA Italia al collegio dei soci sostenitori di Dolomiti UNESCO. Forse non lo sa ma io sono anche vicepresidente di CIPRA e la decisione presa in Consiglio direttivo è stata unanime. CIPRA Italia condivide quanto sostenuto nel dossier, anche e non solo perché diverse associazioni firmatarie sono socie di CIPRA e anche perché la consorella CIPRA Sudtirol è arrivata a titolare un suo documento Incubo UNESCO.
Quindi presidente, se tante associazioni hanno deciso un passo così fermo, significa che o vi è stata totale carenza di informazione sui fatti da parte della Fondazione, o che quanto abbiamo scritto è verità. Si riparta da subito, con coraggio e spirito diverso dal passato, a collaborare, a fare, investendo finalmente in coerenza, avendo ben presente, tutti, che i cambiamenti climatici in atto ci impongono nuove modalità di governo della montagna e del vivere la montagna. La tempesta Vaia spero abbia insegnato qualcosa.
Cordiali saluti
Luigi Casanova Presidente onorario di Mountain Wilderness Italia