Parchi naturali, enti di protezione della natura o di promozione del territorio?

Quale ruolo per i Parchi Nazionali? di Toni Farina

Provate a immaginare un neo-ministro della difesa che all’atto del suo insediamento esordisca con queste parole: “L’Arma dei Carabinieri non si deve limitare a garantire l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini ma, pattugliando le strade, deve anche tappare le buche (sempre più numerose). Nel volgere di qualche ora il neo-ministro sarebbe sommerso da critiche e richieste di dimissioni provenienti dall’intero arco politico/parlamentare. Il compito primario della Benemerita, ovvero garantire l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini, non è infatti in discussione, e nessuno accampa dubbi in merito.
Nel caso dei parchi naturali questo però non avviene, anzi il loro ruolo primario, ovvero la tutela dell’ambiente naturale (si badi bene, ruolo stabilito dalla LEGGE) è continuamente in discussione e deve essere sempre ribadito. Tant’è che ogni neo-ministro (o neo-assessore regionale) all’atto del suo insediamento ripete come un mantra: “i parchi non si devono limitare alla tutela (dell’ambiente naturale) ma devono al contempo promuovere lo sviluppo economico”. Taluni, in vena di neologismi, buttano là: “i parchi non devono museificare il territorio”.

Parco Veglia-Devero. Foto: Toni Farina

Non ha fatto eccezione l’attuale Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti che nell’ambito della discussione relativa alla riforma della legge quadro nazionale sui parchi (L 394/91) ha voluto ribadire che la tutela della natura non deve ostacolare lo sviluppo “green” dei territori. Affermazioni un po’ avventate che hanno valso al ministro critiche e motivate richieste di dimissioni per incompetenza da parte di una folta schiera di personalità del mondo scientifico.
Il Ministro Galletti di professione fa il commercialista (vedi in proposito una bella “Amaca” di Michele Serra su La Repubblica del 13 luglio) e quindi gli si può perdonare una certa improvvisazione in materia ambientale, ma in quanto commercialista non si può transigere su incompetenze in materia economica. Ad esempio il ministro dovrebbe conoscere i risultati di una ricerca di Unioncamere del 2014 dalla quale si evince che: “I parchi costituiscono un grande laboratorio di nuove pratiche innovative e ecocompatibili … Un polmone verde che, negli ultimi anni, è al centro di un interessante risveglio socio-economico.” Le parole sono di Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, che non è certo tacciabile di “talebanesimo” ambientale. VEDI

Parco Veglia-Devero. Foto: Toni Farina

Ma pur ammettendo che i risultanti dell’indagine siano edulcorati in virtù di un supposto buonismo, e che i parchi naturali abbiano in realtà “limitato” per davvero il loro compito alla conservazione di quel che resta degli ambienti naturali, imbalsamando come taluni affermano, il territorio, questo compito non sarebbe di per sé sufficiente? Difendere (e ricostruire) la biodiversità, ovvero la VITA sulla TERRA, non ci basta? Non ci sembra una GRANDE OPERA?

 

Bosco delle Navette. Parco del Marguareis. Foto: Toni Farina

Gli esperti li chiamano servizi eco sistemici e non pretendiamo che il Ministro all’Ambiente (che esperto di ambiente non è) li conosca. Che cosa sono? Un esempio fra tutti: l’impollinazione. Se ne è parlato tempo fa, quando una ricerca ha valutato il beneficio economico degli insetti impollinatori, a rischio per varie ragioni, in 3 mila dollari per ettaro coltivato. Soldi, Signor Ministro, soldi!

Di parchi si è anche parlato in un incontro a Locana (Valle dell’Orco, Parco nazionale Gran Paradiso) tenutosi il 25 marzo. Incontro organizzato per presentare il citato DDL di riforma delle legge quadro. Autorevoli presenze il deputato Enrico Borghi, PD, presidente UNCEM, co-firmatario del DDL, e il presidente/commissario (a più di un anno dalla scadenza non è ancora stato nominato il consiglio direttivo) dell’Ente Parco nazionale Gran Paradiso Italo Cerise. Con questo incontro il comune di Locana si è candidato quale futura sede legale del parco (ora a Torino).
Sala affollata di sindaci, quasi tutti intervenuti e tutti ovviamente a ripetere: “i parchi non devono limitarsi a ….”.In nessun intervento, deputato Borghi e presidente Cerise compresi, è stata pronunciata la parola “biodiversità”.
Voci fuori dal coro Francesco Framarin e il sottoscritto (Toni Farina), presenti in qualità di aderenti alla neonata associazione Amici del Parco nazionale Gran Paradiso.
Molto fuori dal coro.

Toni Farina