Toni Farina nel Consiglio Direttivo del Parco Nazionale del Gran Paradiso

Il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Gian Luca Galletti ha firmato il decreto di nomina con cui sono stati individuati i nuovi membri del Consiglio Direttivo del Parco Nazionale Gran Paradiso.
Il nuovo consiglio è così composto: per il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Cristiano Picco, per il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Enrico Capirone, per la Regione Piemonte Luigi Vercellino, per la Regione Valle d’Aosta Giuseppe Dupont, per la Comunità del parco Danilo Crosasso e Bruno Jocallaz, per l’spra Barbara Franzetti mentre per le per le associazioni di protezione ambientale Antonio Farina.

Auguriamo a Toni Farina, storico socio di Mountain Wilderness, buon lavoro e pubblichiamo di seguito alcune righe, che ci ha inviato per raccontarci il suo profondo legame con il Parco del Gran Paradiso.

Toni Farina

 

Un parco di animali, uomini e cose. Di Toni Farina

Un parco di animali, uomini e cose.
Così titolai anni fa un documentario audiovisivo sul Parco nazionale Gran Paradiso. L’utopia in sostanza.
Il parco come laboratorio per rendere possibile l’utopia. Un laboratorio per sperimentare ipotesi di sostenibilità, per dare una possibilità al futuro della specie umana, così ingombrante sulla Terra.
Animali, uomini e cose in armonica convivenza. Nel Parco nazionale Gran Paradiso di oggi non è ancora accaduto. Eppure il nome stesso è fortemente evocativo, lascia presagire un futuro Eden.
Anche se in realtà nell’origine del toponimo il paradiso non c’entra nulla (Gran Paradiso da Grande Parete) è innegabile che proprio il termine abbia motivato molti a frequentare quei valloni selvaggi. Ore di cammino dal fondovalle per approdare in angoli da alba del mondo. E, alzato lo sguardo, scorgere su una cresta lontana,”inaccessibile”, Lui, lo stambecco alpino. Essere misterioso, essere minacciato, scomparso quasi. E grazie al Parco sopravvissuto.
Esperienze che lasciano il segno. E ti spingono a tornare per provare ancora quella sensazione, per sperimentare ancora la vicinanza al mistero.
Molti da quell’esperienza sono usciti soggiogati e fra questi il sottoscritto. Ho gironzolato in quei valloni per anni. Me ne sono invaghito e dall’infatuazione all’impegno per la tutela il passo è stato breve. Una scelta istintiva. Per cui ringrazio Mountain Wilderness e le associazioni che hanno sostenuto la mia candidatura quale rappresentante nel consiglio dell’ente. Un compito tutt’altro che agevole, sia per le problematiche generali attinenti le aree naturali protette, sia per le questioni specifiche, esclusive di quest’area, a partire dall’essere condivisa da due regioni: una, autonoma, forse troppo presente, l’altra spesso assente.
Ma le cento candeline si approssimano. Un secolo di vita per un parco italiano non è cosa da poco.
Sia questo prossimo traguardo benaugurale per il futuro del Gran Paradiso tempio della natura protetta. Con l’ottimismo della volontà che prevale sul pessimismo della ragione ritorno ancora una volta nel Parco.
Toni Farina