Tracce silenziose

No eliski in Val Thures – Ancora una volta sul Col Chabaud

Lassù, in Val Thuras. fra la Val di Susa e il Delfinato, fra l’Italia e la Francia.

Ancora una volta per dire no alla montagna del turismo fracassone. Il turismo degli elicotteri, delle motoslitte, delle moto sui sentieri e sulle strade in quota.

Oggi, 6 aprile 2014. Sono passati tre lustri dalle due precedenti occasioni (se ben ricordo marzo 1999 e febbraio 2000), il Col Chabaud è sempre un bel posto e come allora splende il sole.

In inverno affacciarsi all’uscita dal bosco su quelle distese candide è ogni volta motivo di stupore. Il silenzio dell’inverno (elicotteri permettendo), il ruscello che meandreggia tranquillo, l’orizzonte bianco-azzurro di occidente, la Valle di Cervieres. Un incanto.

Sopra il Col Chabaud c’è un abete solitario. Se ne sta lì appeso al ripido pendio che scende dal Monte Begino, una cinquantina di metri sopra al fondovalle. Sfida la gravità e le intemperie, il maestrale e la lombarda. Chissà che ha pensato il radioso 6 aprile 2014 osservando dall’alto quel nutrito crocchio di ciaspolatori che, a pochi passi dal colle, si è fermato per stendere uno striscione di Mountain Wilderness. È rimasto indifferente? Oppure ha gioito? Mi piace pensare che, allergico agli elicotteri, nel suo cuore legnoso abbia solidarizzato con il gruppo.

Da molto tempo il solitario abete assiste al transito di umani sul colle. Transito di mercanti e contrabbandieri, di armati e armenti. Di ciaspolatori e sciatori.

Decenni di passaggi tra il Delfinato e la Val di Susa, tra l’Italia e la Francia.

Italia? Francia? È sempre Europa.

Già, c’è ancora l’Europa?

Toni Farina

Noi che volevamo il parco

La proposta: niente eliski al sabato e alla domenica, niente atterraggi sulle cime più comode: Cima del Bosco, Giassez, Dormilleuse, le più frequentate da ciaspolatori e sciatori con le pelli.

Un compromesso. Ci va bene? No, non ci va bene. Non ci può bastare.

Queste valli (Val Thuras e l’attigua Valle Argentera) dovevano diventare un parco regionale. Il confinante parco regionale del Queyras lasciava presagire un vasto comprensorio di natura protetta: il Parco internazionale delle Alpi Cozie.

Il parco sarebbe stata una compensazione onorevole alle opere olimpiche. Altro che qualche larice qui e qualche cembro là.

Il parco, questo vogliamo.

info@mountainwilderness.it