Un grande parco delle Alpi Centrali nel nome di Alexander Langer

Nel 2015 Mountain Wilderness riprese il tema del grande parco PEACE che sviluppò in un trekking estivo partito da Rabbi (Val di Sole).
Sette giorni di cammino, sette 
giorni di riflessioni. Di Luigi Casanova

Alexander Langer

 

Nel 1991 Alex Langer, sconvolto dalla tragedia delle guerra in Jugoslavia e dalla timidezza della politica dell’Unione Europea nell’intervenire, pensò che la natura (e l’attuazione della Convenzione delle Alpi) potesse divenire un tassello di unione fra i popoli, di fratellanza.
Le montagne, in questo caso le Alpi, non più intese come confine, separazione, ma come ambiente che unisce, tesse culture, mobilità, biodiversità, sviluppo fra popoli e identità diverse. Il Parco nazionale dello Stelvio già allora viveva un immobilismo preoccupante: secondo Langer lo si poteva rilanciare proponendo un grande parco europeo, PEACE, un acronimo significativo, Parco Europeo delle Alpi Centrali. Si trattava di unire tramite un accordo di programma e una nuova istituzione i parchi dello Stelvio, il parco nazionale svizzero dell’Engadina e le aree  protette degli Alti Tauri in Austria. Mountain Wilderness e CIPRA Italia sostennero da subito l’iniziativa, ma l’inerzia politica dei governi ne impedì l’attuazione.

Progetto PEACE – – foto Archivio MW Italia

Nel 2015 Mountain Wilderness riprese il tema che sviluppò in un trekking estivo partito da Rabbi (Val di Sole) attraversando in quota la val Martello (BZ) per arrivare, attraverso Trafoi, a passo dello Stelvio e quindi Bormio. Sette giorni di cammino, sette giorni di riflessioni. Infatti ogni serata nei rifugi, nonostante la stanchezza, si concludeva con confronti tematici fra i partecipanti: il messaggio di Alex Langer, l’enciclica di Papa Francesco Laudato si’, la rete delle aree protette, la Convenzione delle Alpi.

Nonostante l’impegno profuso da Mountain Wilderness e dalle associazioni ambientaliste trentine, compresa la SAT, il parco dello Stelvio è stato smembrato in tre mini-aree.
L’azione della SVP (il partito di raccolta etnico del Sudtirol) è riuscito a fare passare in Commissione dei 12 la norma di attuazione che affida ai tre ambiti regionali – provinciali, Lombardia, Trentino e Alto Adige, la gestione separata dell’area protetta nazionale.
Uno scandalo internazionale. Mountain Wilderness non si ferma comunque. Riprendendo la lungimirante intuizione di Langer sta riproponendo la creazione della più grande area protetta delle Alpi, il parco PEACE, oltre 400.000 ettari di territorio protetto teso alla conservazione del paesaggio, della più importante riserva idrica alpina, di una naturalità stupefacente ricca di biodiversità e di culture. Si tratta infatti, grazie alle vaste zone SIC (Siti di Importanza Comunitaria), ZSC (Aree di Conservazione speciale), parchi nazionali (Stelvio, Engadina, Alti Tauri), parchi regionali o provinciali (Adamello-Brenta, Orobie bergamasche e valtellinesi, Adamello lombardo, parco dell’Alto Garda e la Riserva della Biosfera UNESCO della valle di Ledro), di mettere in rete con progetti di alta valenza scientifica questi territori, ricchi di natura, ma anche di storia e cultura. La rete dei parchi intesa anche come conservazione attiva dei territori, come recupero di ambienti oggi degradati (si pensi al passo dello Stelvio), come laboratorio di nuove pratiche, come progetto teso alla creazione di lavori, i parchi letti come terreno di sperimentazioni virtuose. Tutto questo è possibile anche perché sostenuti da un trattato internazionale, la Convenzione delle Alpi e il protocollo sulle aree protette laddove si individuano le politiche tese alla costruzione e diffusione dei corridoi ecologici e di aree protette transfrontaliere.

Luigi Casanova