Val di Mello: il sentiero e l’accordo disatteso

Ricordate il sentiero in Val di Mello? Quello per cui ci siamo mobilitati in tante associazioni, raccogliendo oltre 60.000 firme con un’apposita petizione, definendo poi un accordo il 7 maggio con i vertici di Regione Lombardia ed Ersaf, contro il progetto in cui si possono ancora leggere i dettagli al link di Ersaf Lombardia ? Un risultato che abbiamo celebrato assieme in Valle il 18 maggio?

Bene, armatevi di un po’ di pazienza, perché quanto segue è un resoconto di ciò che è accaduto da allora e richiede tutta la vostra attenzione.
A luglio l’amministrazione ed Ersaf locali hanno riproposto nuovamente il vecchio progetto, per intenderci, quello che spiana tutto il sentiero sulla sinistra orografica – con buona pace dell’accordo raggiunto con l’Assessore agli enti locali, montagna e piccoli comuni Sertori e con il Presidente e il Direttore generale di Ersaf Lombardia, rispettivamente Fede Pellone e Ornaghi – trasmettendo tutta la documentazione alla Commissione tecnico-scientifica della riserva a fine luglio, con preghiera di esprimere il proprio parere e/o suggerire modifiche entro 30 giorni, decorsi i quali il progetto diventava esecutivo.
Inutile aggiungere che questo tipo di tempismo nella trasmissione dei documenti (in piena estate), fa leva sulla speranza che, complici le vacanze, tutto passi in cavalleria. Noi, invece, ci siamo attivati immediatamente e abbiamo segnalato ad Assessore ed Ersaf centrale il tentativo di aggirare l’accordo. La loro reazione, per dovere di cronaca, è stata immediata e il Direttore generale di Ersaf Lombardia ci ha promesso che avrebbe preso in mano il progetto, rivedendolo di suo pugno. Il risultato è un progetto che porta la sua firma. A un accurato confronto, tuttavia, relazione tecnica e computo a firma del Direttore generale di Ersaf risultano identici al progetto originario, se non per 3 o 4 voci stralciate, nessuna delle quali riguarda il sentiero. Ne consegue che gli interventi sul sentiero, escavatori inclusi, si faranno e non saranno di ordinaria manutenzione, come avevamo concordato.

Val di Mello

L’amministrazione locale in data 30 agosto (decorsi cioè i 30 giorni summenzionati) ha emanato, come di prassi per i progetti da sottoporre a valutazione ambientale, un avviso di indizione di conferenza di servizi decisoria, in cui rimanda ancora una volta al progetto originario, da noi già contestato in primavera. Tale avviso chiede a una serie di amministrazioni ed enti di esprimere entro 90 giorni il proprio assenso o dissenso nei confronti del progetto (vale il principio del silenzio assenso). Trascorso tale termine, che scade il 30 novembre, il progetto verrà realizzato.
Che dire? A cosa serve raggiungere un accordo se la controparte politico-amministrativa, che ha provveduto a pubblicarne gli estremi sul proprio sito e a sbandierarlo ai quattro venti, profondendosi in dichiarazioni altisonanti riprese dai giornali, poi lo disattende?

In difesa di questa piccola, grande valle, riserva naturale e “territorio di eccellenza ambientale”, dal paesaggio monumentale, della Lombardia, si sono schierate non solo le organizzazioni della società civile che hanno a cuore la montagna (oltre alle Guide alpine Val di Mello, al Comitato tutela Val di Mello e a Mountain Wilderness Italia, anche Mountain Wilderness International, CAI Valtellina, Scuola “Silvio Saglio” CAI SEM, APE Milano, Ragni di Lecco…) ma anche 60.000 cittadini che hanno firmato la petizione. La “prevalenza delle posizioni espresse” (per citare la normativa in materia di conferenza dei servizi) dai soggetti convocati alla conferenza dei servizi, tra i quali ovviamente la società civile non figura, non potrà in alcun modo cancellare la contrarietà già espressa, né potrà fermare la protesta di cittadini e società civile.
Democrazia o macchinazioni opache? Malcelati interessi? A voi le conclusioni.

Gabriella Suzanne Vanzan