A l’è mac le muntagne c’a s’ancuntru nen
(soltanto le montagne non si incontrano)

Matthias Canapini, scrittore e fotografo, è nato nel 1992 a Fano (PU). Dal 2012 viaggia per raccontare storie, documentando aree di conflitto, il sisma in centro Italia, il rugby come strumento inclusivo. L’ultimo libro pubblicato, Il gioco dell’oca (Prospero Editore), racconta le principali rotte dei migranti che dall’Africa Subsahariana al Medio Oriente si snodano fino in Europa. Scrive per Unimondo, SuperAbile, Redattore Sociale.

Foto: Matthias Canapini

Smarrendo la bussola lungo la colonna vertebrale d’Italia, anni orsono approdai in Valsusa per conoscere e raccontare il popolo No Tav. Per lunghi mesi frequentai attivisti generosi e montanari taciturni, evitando volutamente i grandi cortei o le giornate di scontri, focalizzandomi sulle quotidianità stravolte da malaffare, abusi, disinformazione.
I locali additati come facinorosi, violenti e sovversivi non diventarono altro che legittimi difensori delle proprie montagne, ritornate ad essere rifugi di resistenza, avamposti disobbedienti.
Nelle Terre Alte, tra larici e camosci, conobbi gente che ama, custodisce e difende la terra a cui sente di appartenere; gente a cui piacerebbe destinare gli stessi soldi spesi per le grandi opere ad ospedali e scuole, per l’arte e la cultura, per piantare alberi e ripopolare borghi in pietra; gente a cui piacerebbe vedere una società in cui l’individuo è nettamente più importante del guadagno. Un individuo che abbia la libertà di costruirsi una vita dignitosa, un individuo che a fine mese non impari l’arte della sopravvivenza ma abbia spazio e tempo per vivere appieno.

Foto: Matthias Canapini

Siamo inglobati in un sistema che ci intontisce, lasciandoci in uno stato di subbuglio mentale col preciso scopo di non farci notare che una marmaglia di potenti sta divorando il mondo. Dietro conflitti armati, bandiere e orde di profughi c’è spesso quel raccapricciante accaparramento delle ultime risorse planetarie. Ultimamente siamo così anestetizzati e lontani dalla Terra, asfissiati dalla tecnologia, da non fiutare più il pericolo. Guerre e cemento, veleni e povertà. Siamo pieni di speranze e paure ma ancora incapaci di sentire l’urlo boccheggiante della Madre ridotta a colabrodo. La montagna, in questa logica, è divenuta da nord a sud la quintessenza del profitto: emblema del decadimento ambientale, Luna Park per previlegi inutili. Ma anche laboratorio innovativo per sognatori, ribelli, disagiati, diversi.

Foto: Matthias Canapini

L’invito è ricominciare da coloro che autogestendosi, rispolverando l’antico rito della condivisione, hanno detto no ad un’opera inutile, dannosa e imposta, combattendo contro una piovra assassina, padrona di un business che vuole tutto subito, indifferente al destino di chi verrà dopo. Troverete Alice, studentessa liceale. Bruno, pensionato. Valerio, operaio edile. Daniele, apicoltore. Sabrina, disoccupata. Il popolo.

Matthias Canapini. Foto di Prospero Editore

Matthias Canapini