Ambientalisti da salotto? Salvatore Bragantini risponde a Salvini

Durante la visita sui luoghi colpiti dalla ferocia del vento che in Trentino e in Veneto ha abbattuto milioni di alberi, Salvini non ha perso l’occasione per attaccare “chi, da anni, nuota controcorrente contrastando il degrado”cit. Duccio Canestrini.

Salvatore Bragantini, membro del Comitato Etico-Scientifico di Mountain Wilderness, risponde dalle pagine del nostro sito

Salvatore Bragantini

La miglior risposta è forse nell’imbarazzo degli altri seduti al tavolo, in particolare nella fissità dello sguardo del presidente del Veneto Zaia, collega di partito dello sproloquiante ministro dell’Interno pro-tempore.
Quando la riflessione che quest’ultimo dice di voler avviare fosse mai davvero fatta, e fatta bene, egli si accorgerebbe che la causa non ha nulla a che fare con gli ambientalisti da salotto, ma tanto, invece, con la disattenzione, meglio, ostilità con cui le proposte degli ambientalisti (sul campo, non in salotto), sono accolte. Si vedano i condoni che ci stanno per ammannire. Strumenti essenziali dal suo governo per tutelare l’ambiente. Cioè per essere rieletti.
Il ministro pro-tempore (spes ultima dea) è lui, piuttosto, il ministro da salotto, o meglio, da Facebook, il luogo magico dove egli sgomina il cattivo nemico migrante.
Se i suoi sostenitori si chiedessero quante delle 500-600mila persone illegalmente presenti nel Paese e che aveva promesso al volgo e all’inclita di espellere, egli ha espulso dopo ormai 5 mesi di vita del governo del cambiamento, scoprirebbero che il numero tende asintoticamente allo zero (e meno male…chissà cosa sarebbe capace di fare).
Gli assassini della sventurata sedicenne romana erano stati espulsi e restavano belli tranquilli sul nostro territorio a delinquere. Cominciasse dunque, piuttosto che a perseguitare chi fa il proprio dovere in condizioni terribili, come il Sindaco di Riace, a fare finalmente il proprio, di dovere. Che non è quello di straripare su Facebook, con dichiarazioni dove esorbita dai propri doveri di ministro – sempre dell’Interno, e sempre pro-tempore – per occupare lo spazio del ministro degli Esteri, dell’Economia, e presto dell’istituendo ministero della Morale Pubblica. Sarebbe evidentemente troppo complicato, e anche pericoloso, occuparsi della rampante corruzione e della strettamente connessa evasione fiscale, così diffusa nel Paese e anche nei suoi territori. Questo sì rientrerebbe nei suoi compiti istituzionali. Beh, per quello ci sarà tempo.
Come si dice da queste parti, Ofelè, fa el to mesteè. Se ne stia dunque al Viminale dove i nostri compatrioti l’hanno ben inviato; pro tempore, s’intende!