Andare in montagna è tornare a casa. Saggi sulla natura selvaggia di John Muir
Andare in montagna è tornare a casa. Saggi sulla natura selvaggia di John Muir (Edizioni Piano B, traduzione di Caterina Bernardini) è in uscita il 26 giugno in tutte le librerie.
Per la prima volta in versione integrale in lingua italiana una raccolta di scritti di John Muir, pioniere della filosofia della wilderness e “padre” dei parchi nazionali statunitensi; fu grazie ai suoi scritti e al suo attivismo, infatti, che gli Stati Uniti decisero di elevare ad area protetta alcune delle aree più iconiche del Nord America, come la Yosemite Valley e il Sequoia National Park, inaugurando un modello di conservazionismo che è arrivato fino ai giorni nostri.
Andare in montagna è tornare a casa raccoglie dieci scritti di John Muir che sono altrettanti inni alla natura selvaggia. Per Muir, tutto in natura ha la capacità di suscitare meraviglia e di rimandare a un significato ulteriore, tanto semplice quanto vasto e denso di significato – un fiore sconosciuto, l’ululare del vento, la neve che cade, le montagne solo apparentemente immobili. Non vi è elemento, né forma di vita, che ai suoi occhi non sia degno di essere celebrato e compreso.
Dalla Yosemite Valley alle vette inviolate della Sierra Nevada fino ai ghiacciai dell’Alaska, le parole di Muir riescono a comunicare al lettore l’entusiasmo, il rispetto e una visione autenticamente spirituale della wilderness che lo hanno reso un’icona del moderno conservazionismo – il padre dell’ambientalismo mondiale.
In questi scritti, la gran parte dei quali inediti in Italia, lo sguardo del naturalista si combina a quello del poeta, e quello dello scienziato a quello dello scrittore, riuscendo a toccare la mente e il cuore in modo unico e forse irripetibile nella storia della letteratura naturalistica.
John Muir
«Non cieca opposizione al progresso, ma opposizione a un progresso cieco»
«Le montagne mi chiamano e io devo andare, e lavorerò finché posso, studiando incessantemente»
John Muir nacque a Dunbar, in Scozia, il 21 aprile del 1838. Emigrato con la famiglia in Wisconsin a undici anni, divenne negli anni una figura leggendaria del conservazionismo statunitense e uno dei più ispirati cantori della wilderness. È considerato il “padre” dei parchi nazionali: a lui si deve l’istituzione di numerose aree protette e un’idea di tutela della natura che ha influenzato profondamente il moderno concetto di conservazione e protezione dei luoghi selvaggi della Terra. Fondatore del Sierra Club, il più antico movimento ambientalista del mondo, viaggiò ed esplorò fin quasi alla morte, avvenuta a Los Angeles, il 24 dicembre del 1914.