Camminata dell’Ariacheta
Il vento… non lo sento
Inferno, canto XVI: nella sua Divina Commedia Dante Alighieri decanta le cascate dell’Acquacheta, nei pressi del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Risalendo l’alta valle dell’Acquacheta si arriva nei pressi del passo del Muraglione, sul crinale appenninico al confine tra Romagna e Toscana; proprio qui, in territorio del Comune di San Godenzo, è stata richiesta -tramite un progetto presentato lo scorso febbraio alla Regione Toscana- la realizzazione di un impianto eolico industriale consistente in 14 aerogeneratori da 3,3 MW ciascuno, che andrebbero ad occupare o comunque ad interferire con più di cinque chilometri di crinale. Queste alcune delle caratteristiche tecniche:
– le torri sono alte 105 metri e il diametro complessivo del rotore è di 100 m, quindi l’altezza complessiva di ogni impianto è di 155 m;
– sono previsti movimenti di terra fino ad almeno 120.000 metri cubi;
– il volume complessivo dell’impianto è di 18.000 metri cubi, ogni torre ha un volume di circa 1.300 metri cubi e porta sulla sommità una navicella grande circa quanto un autocarro producendo, a regime, 106 dB(A) di rumore, corrispondenti ad un trattore che lavora a pieno regime.
In opposizione a questo progetto si sono riuniti diversi cittadini costituendo il “comitato spontaneo Ariacheta” (ariacheta.blogspot.com), che riprende il nome della vallata dantesca ed è aperto a tutti coloro che hanno a cuore la questione della speculazione eolica e la tutela dell’ambiente. Già, loro ci tengono a specificarlo: “siamo apolitici e non siamo contrari alle energie alternative, ma alla speculazione”. E a loro avviso la speculazione si manifesta con le seguenti caratteristiche:
– il progetto prevede movimenti di terra fino ad almeno 120.000 metri cubi;
– il progetto, di potenza pari a 46 MW, contrasta con i contenuti del piano energetico regionale che prevede la realizzazione di impianti in 15-25 località di potenza compresa tra 15 e 25 MW;
– il progetto prevede una revisione della zonizzazione acustica presente negli strumenti urbanistici vigenti, declassando complessivamente un’area significativa fino a comprendere gli insediamenti sparsi abitati, assumendo caratteristiche di “area industriale” in corrispondenza di ogni singolo impianto;
– il progetto contrasta con specifiche disposizioni regionali che reputano l’area non idonea per la realizzazione di impianti eolici;
– il progetto non rispetta i vincoli e le disposizioni degli strumenti di programmazione e pianificazione territoriale;
– il progetto risulta assolutamente banale ed assente sullo studio della componente del paesaggio, incomprensibile e superficiale nell’analisi finale della valutazione dei singoli impatti e delle modalità attraverso le quali vengono valutate le componenti ambientali;
– il progetto non riporta sufficienti dettagli sulle alternative progettuali e non giunge ad un confronto tra queste;
– lo studio di incidenza risulta incompleto per diversi aspetti e superficiale nei contenuti;
– l’eventuale realizzazione del progetto rappresenta una condizione insostenibile di permanenza per tutti gli abitanti dell’area circostante;
– l’eventuale realizzazione del progetto pone fine al mantenimento di quelle forme tradizionali di conduzione agricola che hanno caratterizzato l’area per più di un millennio e che ancora oggi, per condizioni sociali, culturali ed ambientali vengono rispettate.
Lo scorso 2 giugno (festa della Repubblica, ndr) il Comitato ha organizzato la “Prima camminata dell’Ariacheta contro l’eolico industriale”; alla manifestazione hanno aderito un notevole numero di comitati locali oltre ad alcune delle principali associazioni ambientaliste. Duecento persone si sono radunate per un incontro di opposizione al progetto e di informazione sulle energie alternative, ma anche di festa e di solidarietà; dopo una camminata attraverso i boschi per arrivare nei luoghi che saranno soggetti alla possibile realizzazione degli impianti eolici, si sono succeduti gli interventi dei vari rappresentanti con le loro testimonianze. Con particolare attenzione alla concretezza degli argomenti, il Comitato condivide la necessità di limitare il consumo di risorse, di perseguire uno sviluppo sostenibile e consapevole e di ricavare l’energia da fonti rinnovabili. Per queste ragioni sostiene e promuove i seguenti obiettivi in alternativa al progetto industriale proposto:
1. diffusione sul territorio comunale di piccoli impianti (mini eolico, mini idrico, fotovoltaico, biomasse) di potenza non superiore a 20-30 kw ad opera di soggetti privati per soddisfare i propri fabbisogni energetici e per immettere in rete la quota residua;
2. creazione di un “distretto energetico da energie rinnovabili” controllato dai cittadini;
3. opportunità per le aziende agricole di accedere ai contributi specifici nell’ambito del PSR per lo sviluppo di piccoli impianti per la produzione di energia allo scopo anche di consentire una integrazione del reddito sufficiente a mantenere la permanenza sul luogo delle persone che attualmente lo abitano;
4. ampia diffusione dell’ospitalità presso gli insediamenti rurali esistenti allo scopo di una miglior promozione e fruizione del territorio montano;
5. promozione di progetti educativi presso gli insediamenti abitati al fine di promuovere e divulgare i possibili modelli di sviluppo sostenibile e consapevole.
Fabio Valentini, relativo alla manifestazione del 2009 e pubblicato sul numero 2/2009 di MW Notizie.