Collegamento sciistico Padola – Sesto, la Provincia di Bolzano lo rigetta

Il titolo dell’articolo apparso il giorno 8 agosto sul Corriere delle Alpi “Da Padola al Tirolo con gli sci ai piedi – da Bolzano il via liberatralascia un dettaglio importante, ovvero che la Provincia di Bolzano nella stessa delibera di Giunta in cui approva il collegamento con la stazione sciistica “Sillian/Thurntal” (Austria) tramite l’impianto di risalita “Drei Zinnen II”, boccia il tratto altoatesino del collegamento tra Sesto e Padola.
La DGP N. 1111/2018 recita infatti: “Gli interventi 3 “collegamento tecnico delle stazioni sciistiche Tre Cime Dolomiti e Skiarea Val Comelico” e 6 “collegamento sciistico Mitterberg” sono pertanto rigettati.” La delibera riporta che il Comitato ambientale ha espresso parere negativo per il collegamento tecnico delle stazioni sciistiche “Dolomiti di Sesto” e “Skiarea Val Comelico”.


È noto che la politica porta avanti con la “strategia dello spezzatino” le varie parti di un disegno di sviluppo turistico insostenibile.
La realizzazione di questo disegno pezzo dopo pezzo non riduce certo l’impatto ambientale e paesaggistico complessivo; questo è semmai un escamotage per cercare di calmierare i contrari.

La continua costruzione di impianti di risalita, di bacini di accumulo dell’acqua, di impianti per l’innevamento artificiale e l’utilizzo dei prati come piste da sci alterano in maniera innegabile il territorio in cui viviamo. I prati innevati artificialmente, che rinverdiscono a stagione primaverile inoltrata, ben dopo quelli non utilizzati per la pratica dello sci, ne sono un esempio eclatante. Questo, oltre all’impatto paesaggistico, ha un innegabile effetto sui cicli biologici e naturali.

La ripresa tardiva dello stato vegetativo dei prati innevati artificialmente scattata il 24 maggio in Val Gardena.


Inoltre, a differenza di quanto spesso addotto come motivazione a favore dello sviluppo di nuovi impianti di risalita, il traffico automobilistico nelle valli aumenta in quanto i comprensori sciistici costituiscono dei forti elementi di richiamo turistico. Per questi motivi l’industria dello sci contribuisce significativamente ai cambiamenti climatici.
In un contesto europeo sempre più attento all’efficientamento energetico, promuovere ulteriormente una pratica ricreativa-sportiva energivora, come l’industria dello sci, non è coerente con le politiche ambientali comunitarie.

Fabio Disconzi, www.skiforum.it/forum


Sorprende che siano solo gli “ambientalisti” a dover ricordare alla classe politica temi così importanti relativi alla sostenibilità dello sviluppo, che in fin dei conti è legata al futuro delle nostre comunità, in un contesto ambientale già molto critico e di risorse limitate.

Ci aspettiamo dalla politica lealtà, trasparenza e responsabilità nel gestire il territorio evitando impatti irreversibili sull’ambiente e sul paesaggio.