Comelico – val d’ Ansiei: la Corte Costituzionale boccia il ricorso della Regione. Per ora i vincoli rimangono.

E’ stato bocciato il ricorso della Regione Veneto contro i vincoli paesaggistici imposti dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali all’area del Comelico.

I vincoli rimangono, sono legittimi, la competenza è Statale e non Regionale.

Grande soddisfazione invece per le Associazioni Ambientaliste, Mountain Wilderness in primis, che da principio ha denunciato la follia di questo progetto.
Al momento quindi vengono confermate le nostre innumerevole argomentazioni a sostegno della tutela di paesaggi unici al mondo, minacciati da un progetto speculativo fuori dal tempo.

Il Palazzo della Consulta, detto anche la Consulta, è un edificio romano in piazza del Quirinale, 41, in cui dal 1955 ha sede la Corte costituzionale della Repubblica Italiana.

La sentenza n. 164 della  Corte Costituzionale , conferma che:

 “ le Regioni non possono pianificare lo sviluppo del proprio territorio con scelte  di carattere urbanistico se non quando queste ultime siano rispettose dei vincoli posti dallo Stato per tutelare beni di valore paesaggistico. La Tutela dell’ambiente consente alle Regioni di allargare l’insieme dei Beni paesaggistici, ma non RIDURLO.  Lo Stato può adottare la dichiarazione di interesse paesaggistico di un bene anche quando la Regione sia contraria” 

Per dichiarare finalmente chiusa la questione dello scellerato collegamento, resta in sospeso il pronunciamento del Tar, atteso a fine anno, sul ricorso di Comuni e Regioni. La Regione Veneto e i Comuni che insistono sull’Area avevano infatti chiesto, attraverso il ricorso al Tar, che i vincoli ambientali venissero dichiarati illegittimi e quindi rimossi.

Fiduciosi che il Tar si pronunci a favore della tutela dell’ambiente e del paesaggio, ribadiamo con forza la nostra contrarietà a nuovi impianti sulle Alpi, già massacrate da cambiamenti climatici e speculazioni immobiliari.
È sconcertante sentire che ancora si ha il coraggio di dire che la tutela dell’ambiente non può prevalere sulla crescita e sullo sviluppo economico, come se non fosse evidente e provato scientificamente che qualsiasi cosa che non protegga o generi risorse ecologiche, non è progresso ma suicidio di massa.