Cosa rimane dei mondiali della sostenibilità? Erosioni, rifiuti e sempre più cemento. Mentre scompaiono le foreste dolomitiche.

Di Luigi Casanova

Luigi Casanova

Li ricordate i tanto enfatizzati mondiali della sostenibilità? Quelli annunciati dello zero rifiuti, della CO2 prodotta che miracolosamente scompariva nelle limacciose acque della laguna di Venezia, dell’impatto ambientale uguale a zero?
Le fotografie che alleghiamo documentano cosa rimane sul territorio di quei mondiali. Fotografie che dovrebbero far riflettere il mondo dello sport, ovviamente la spavalderia di Confindustria e ANEF e l’ambito politico.


Se dei banali mondiali hanno prodotto tanto sfacelo è lecito chiedersi cosa lasceranno a Cortina ed in Valtellina le prossime olimpiadi 2026 Milano Cortina.


Già nel 2019 avevamo documentato come la società che gestisce gli impianti sulla Tofana non avesse a cuore la cura del territorio. Le fotografie che avevamo pubblicato erano esplicite.
Oggi presentiamo una rassegna ancora più ampia, seppure incompleta. Vi leggiamo di rifiuti disseminati ovunque, un incredibile disordine in ambiente boschivo. Balza agli occhi il paragone fra la vecchia pista Drusciè B e quella potenziata (triplicata nella superficie) in occasione dei mondiali: acque di ruscellamento libere di incidere questi delicati versanti.

Pista Drusciè

Ma non solo: in ambiente naturale vengono lasciate attrezzature nuove (le enormi uova antivalanga, i cannoni dell’innevamento, ma anche i seggiolini ammassati, reti sparse). Risalta all’attenzione, con inaudita violenza, lo stato della nuova pista, priva di un minimo inerbimento e protezione nonostante la stagione sia stata propizia per la semina, ricca di piovosità. Su tutto questo vorremmo leggere il parare della responsabile del processo della sostenibilità dei mondiali, sapere se abbia minimamente proceduto ad un controllo, anche sommario, del territorio. Ovviamente vorremmo conoscere quale impegno abbiano dedicato alla cura del territorio e del paesaggio il sindaco, oppure dove sono finite le istituzioni preposte al controllo.

Pista Drusciè

Come vorremmo sapere perché parte della nuova viabilità cantieristica, che avrebbe dovuto essere rimossa, ancora sfregi il paesaggio prativo delle aree di Rumerlo e di Drusciè. Questi “imprenditori” e la Fondazione Cortina 2021 avevano garantito che tutto il territorio, entro l’inizio dell’estate, sarebbe stato ripristinato. E invece leggiamo di alberi legati (soffocati) da cordini in acciaio, altri margini che presentano alberi che seccano perché lasciati in piena luce solare privi di un margine forte. Questo avviene in una situazione di dopo Vaia dove gli scolitidi (parassiti del legname) stanno arrecando ulteriori gravissimi danni al patrimonio forestale del Cadore e della conca di Cortina. In pratica le operazioni di taglio non hanno seguito i più elementari criteri della selvicoltura naturalistica. Che significato possa avere il trasporto di 6000 alberelli (più della metà di questi destinati a morte certa) in altra area regionale ce lo devono spiegare, scientificamente si spera, i garanti della sostenibilità di una simile approssimativa operazione.


Ora passiamo a riflettere sugli effetti “collaterali” della guerra contro l’ambiente scatenata da eventi sportivi insostenibili nelle nostre Alpi, siano questi i mondiali di sci o peggio ancora le ormai prossime Olimpiadi. Uno di questi effetti collaterali (di altri forse ancora più devastanti parleremo nella prossima puntata) riguarda la pista di sci e relativo impianti che si sta costruendo verso le 5 Torri. Un collegamento, era stato detto, che sarà utile a togliere traffico automobilistico da passo Falzarego. Siamo in presenza di una delle più devastanti ed evidenti bugie che il mondo impiantistico gestisce e impone per fare accettare opere insostenibili, sia dal punto di vista economico che ambientale. Questi nuovi collegamenti non toglieranno una sola auto dalle sedi stradali (questa estate i passi dolomitici si sono trasformati, giorno per giorno, in incredibili parcheggi, lunghi altre qualche chilometro). Questa bugia, agli impiantisti e ai politici, è utile solo a garantire, senza incorrere in infrazioni dell’Unione Europea, contributi pubblici destinati ad imprenditoria privata che hanno dello scandaloso. Il nuovo collegamento verso le 5 Torri è invece propedeutico ai prossimi collegamenti verso Colle Santa Lucia, verso Arabba e ancora verso la val Badia.

Cinque Torri

Ulteriori devastazioni come vedremo, ulteriore consumo di suolo, cementificazione della alte quote, distruzione di boschi intonsi. Alla faccia dei cambiamenti climatici che giorno dopo giorno ci stanno chiedendo di modificare, con immediatezza, i nostri comportamenti e specialmente gli investimenti.
Le cosiddette innovative proposte dell’imprenditoria della montagna ci stanno imponendo ulteriore consumo di suolo, impoverimento paesaggistico, banalizzazione delle Dolomiti trasformate in caotiche protesi dei servizi offerti dalle città. Una urbanizzazione delle alte quote sempre più insostenibile.

Luigi Casanova