Elicotteri e auto sulle piste di sci trentine: una situazione preoccupante.

Due incidenti in un giorno sulle piste da sci trentine, incidenti perlomeno anomali. Un fuoristrada si inoltra su una strada in quota (Col Rodella) e finisce la sua corsa nella pista da sci. Poco distante, l’Alpe di Lusia, vede protagonista un elicottero che si schianta in pista. I due episodi meritano di trovare, da subito, approfondimenti politici e in sede giudiziaria. Le nostre osservazioni.
1) Da tempo l’associazionismo trentino denuncia come la vigilanza ambientale in provincia di Trento sia stata oltremodo indebolita: le stazioni forestali sopravvivono con organici inadeguati, i corpi dei guardiaparco nei due parchi provinciali sono stati cancellati, gli organici dei Custodi forestali ridotti di oltre 30 unità. I risultati sul territorio si vedono: ormai chiunque può fare quello che vuole sulla viabilità forestale e nell’esercizio della caccia, le leggi provinciali sulla tutela ambientale non vengono rispettate.
2) Il caso del fuoristrada su Col Rodella lascia aperto almeno un interrogativo. Sulla stampa si è letto che l’autista sia stato contravvenzionato con una multa di 30 euro; è invece risaputo che la legge provinciale in materia di transiti con veicoli a motore su spazi non autorizzati (piste da sci, strade forestali innevate) prevede una contravvenzione di 224 euro. Non si comprende perché l’autore della bravata non sia stato sanzionato applicando la legge provinciale, obbligo che ricade su tutti gli agenti di Polizia Giudiziaria o di Pubblica Sicurezza.


3) Veniamo all’uso e abuso degli elicotteri in montagna. Da oltre un anno la nostra associazione denuncia in diverse sedi istituzionali (Fondazione Dolomiti UNESCO, Cabina di regia delle aree protette, commissioni varie) come la legge provinciale 12.08.1996 n°5, disciplina in relazione all’esercizio degli aeromobili, risulti inapplicabile. Infatti vi è anarchia assoluta, probabilmente un’anarchia voluta dal potere politico viste le modifiche peggiorative che la legge ha subito negli anni, specie nella gestione dell’ex presidente Lorenzo Dellai. Si è anche denunciato nelle dovute sedi come il problema sia simile anche in provincia di Bolzano, dove in particolare un’azienda continua a sorvolare le montagne bolzanine e trentine con voli turistici senza che nessuno intervenga (Dolomiti orientali).

No eliski, 1999 – foto Archivio MW Italia

4) L’ambientalismo trentino da tempo denunciava la diffusione di voli ritenuti abusivi. Nello specifico caso, grazie a continue e precise segnalazioni di privati, il pilota dell’elicottero caduto utilizzava regolarmente Ciamp dalle Strie (Lusia,TN – parco naturale di Paneveggio Pale di san Martino) come luogo per recarsi a sciare, in altri casi si portava in montagna per pranzi in rinomati ristoranti o baite (Cermis – Fuchiade, area degli altopiani di Folgaria). Ma a quanto pare l’organismo provinciale deputato per legge al rilascio delle autorizzazioni per l’effettuazione di voli di addestramento, il servizio comunicazioni e trasporti, sembra -così ci è stato spiegato- che abbia delegato l’incombenza delle autorizzazioni ai gestori dell’aeroporto Caproni di Trento. Fosse vera tale notizia lascia costernati chiunque: un ufficio pubblico, in difformità a quanto prescrive la legge, delega a soggetti privati autorizzazioni non previste dalla legge o da regolamenti (perlomeno non siamo a conoscenza della presenza di documenti o regolamenti ufficiali). Sembra anche, notizia da verificare comunque, che proprio all’interno dell’aeroporto con una certa faciloneria si possano modificare i piani di volo e che questi possano venire redatti a volo effettuato. Fosse vero ci si chiede ancora perché tali controlli, anche sulle modalità del rilascio, sfuggono a uffici pubblici che devono fare rispettare le leggi provinciali? Risulta vero che le autorizzazioni rilasciate vengano inviate all’ufficio solo di mese in mese? Sono passaggi, nel caso vengano dimostrati, che a nostro avviso debbono essere oggetto di indagini accurate da parte della magistratura; metterebbero in rilievo gravi omissioni ed irregolarità pubbliche che potrebbero coinvolgere anche i gestori dell’aeroporto Caproni. Un altro aspetto che va approfondito riguarda la violazione degli spazi sopra il parco naturale di Paneveggio Pale di San Martino, ente che vieta nel modo più assoluto l’uso dei voli per scopi turistici o per diletto. Comunque, visto il ripetersi di questi voli nell’area di Lusia, si auspica che l’ente parco sia intervenuto più volte per sanzionare il pilota crollato sulla pista.
5) Un ultimo aspetto. Oggi 3 marzo e domenica 16 marzo, nella zona di Falcade, in prossimità del parco naturale di Paneveggio Pale di San Martino, comunque su aree protette anche del Veneto (aree ZPS e SIC, quindi rientranti in Rete Natura 2000) si stanno tenendo voli turistici a pagamento. L’associazione, in tempi più che utili, ha informato dell’evento sia la Procura della Repubblica di Belluno che gli enti parco (Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi e Parco naturale provinciale di Paneveggio Pale di San Martino) della più che probabile possibilità che le aree protette vengano interessate, non solo marginalmente, da detti voli. Non abbiamo ottenuto risposta, nemmeno dalla Fondazione Dolomiti UNESCO. Un ulteriore esempio della superficialità con la quale in questi tempi tutte le pubbliche amministrazioni gestiscono i temi che abbiano attinenza con la salvaguardia dell’ambiente, del rispetto delle leggi, dei temi della sicurezza.