Eliski, il governo intervenga: serve una legge
Dopo l’incidente dello scorso 18 gennaio, Mountain Wilderness ha preferito tacere per rispetto delle vittime.
La collisione di venerdì 18 gennaio tra un elicottero impegnato nell’eliski e un aereo da turismo ha registrato un bilancio di 7 morti.
Mountain Wilderness, che da sempre porta avanti la lotta contro l’eliski e l’utilizzo a scopi ludici dell’elicottero in montagna, ha preferito tacere per rispetto delle vittime dell’incidente, evitando di cavalcare l’emotività della tragedia.
Le motivazioni che sono alla base del nostro costante impegno contro l’eliski non sono certo quelle della sicurezza, la cui responsabilità compete alle autorità preposte.
L’elicottero utilizzato per fini ludici ha modificato definitivamente la sensibilità e gli equilibri che da secoli determinavano il significato del nostro approccio alle montagne. Ha accorciato le distanze e gli avvicinamenti permettendo grandi virtuosismi su pareti tecnicamente complesse ma banalizzando e sterilizzando l’esperienza dell’alpinismo, ha dato l’illusione di una sicurezza effimera consentendo ai più di osare oltre il proprio limite con la consapevolezza, spesso illusoria, che il soccorso di un elicottero sia sempre a portata di smartphone.
Ha trasformato la montagna, ultimo palcoscenico che noi uomini avevamo lasciato gestire alla natura, in un grande parco tematico. E, come se non bastasse, l’inquinamento acustico alla fauna diventa insopportabile quando si sorvolano aree di nidificazione dei rapaci, zone di svernamento di camosci e stambecchi, aree che ospitano sempre più rari tetraonidi.
L’uomo riesce così, servendosi di un elicottero, a intervenire con la sua arroganza anche negli scenari più selvaggi, residuo spazio dove sperimentare i valori dell’esplorazione, la ricerca del silenzio e del proprio intimo rapporto con la natura.
Nonostante i nostri appelli ai precedenti Governi e alle Camere chiedendo di varare una legge che vieti la pratica dell’eliski e dell’eliturismo sulle montagne italiane. Nonostante il nostro impegno e la serietà delle nostre motivazioni non si è mai arrivati ad un pronunciamento legislativo sul tema. Ad oggi l’Italia è l’unico paese delle Alpi a non aver preso provvedimenti riguardo a questo tipo di sorvoli e di atterraggi turistici.
Solo le Province autonome di Trento e Bolzano, fin dal 1996, hanno vietato la pratica dell’eliski sulle montagne di loro competenza e all’interno delle aree protette, anche provinciali. Le recenti delibere di qualche illuminato sindaco (Balme, TO; Val Masino, SO) che hanno vietato l’eliski sul territorio del proprio comune, devono riportare la questione all’attenzione del legislatore per una rapida e restrittiva regolamentazione dell’utilizzo ludico dell’elicottero in montagna.