H48 e “Piano Marshall”

Regione Lombardia ha stanziato 2 milioni 390 mila euro “per l’acquisto di impianti, il finanziamento di opere e attrezzature per potenziare i sistemi di innevamento artificiale”, un provvedimento che, come spiega l’assessore allo Sport e Giovani intende “potenziare tutto il comparto neve permettendo l’innevamento delle piste in massimo due giorni. Di Gabriella Suzanne Vanzan

Proprio settimana scorsa i quotidiani hanno pubblicato le conclusioni del dossier “Analisi del Rischio. I cambiamenti climatici in Italia” della Fondazione Cmcc: in Italia la temperatura media aumenterà di 2°C nei prossimi 30 anni (rispetto a 1981-2010) e potrebbe alzarsi di 5°C entro fine secolo, con un impatto che potrebbe arrivare fino all’8% del PIL pro capite. Se il nostro Paese non correrà ai ripari con politiche mirate in termini di emissioni, avremo sempre più eventi meteo estremi, crescenti siccità e inondazioni, frane, smottamenti e l’elenco potrebbe continuare.
Questo per quanto riguarda il Paese nel suo complesso, ma che ne sarà delle Alpi e delle aree montane? Sul sito della Convenzione delle Alpi, trattato internazionale per la protezione dell’ambiente alpino e lo sviluppo sostenibile del suo territorio, leggiamo : “Nelle Alpi le temperature stanno aumentando due volte più velocemente che nel resto dell’emisfero boreale. L’innalzamento delle temperature di quasi +2 °C dalla fine del XIX secolo ha già avuto un notevole impatto sull’ambiente alpino: riduzione dell’habitat delle specie animali e vegetali endemiche, variazioni nella disponibilità di risorse idriche (inclusa la neve), foreste sottoposte a stress, nonché un aumento del rischio e dell’imprevedibilità dei pericoli naturali con ricadute su quasi tutte le attività umane”.


E poi ci imbattiamo nella notizia di Regione Lombardia, sempre di settimana scorsa, che ha stanziato 2 milioni 390 mila euro “per l’acquisto di impianti, il finanziamento di opere e attrezzature per potenziare i sistemi di innevamento artificiale”, un provvedimento che, come spiega l’assessore allo Sport e Giovani intende “potenziare tutto il comparto neve permettendo l’innevamento delle piste in massimo due giorni. Un intervento che nei prossimi anni metterà concretamente a disposizione degli impiantisti una cifra rilevante di oltre 10 milioni”, con “l’obiettivo, da qui al 2026, di far diventare le montagne lombarde le migliori al mondo in vista dei Giochi olimpici invernali di Milano-Cortina”. Spiccano tra i beneficiari alcune località a quote particolarmente basse.
Ma non basta: leggiamo anche che il “Piano Marshall” del Pirellone ha stanziato 26 milioni di euro destinati al comune di Ponte di Legno per finanziare due interventi, di cui il primo è l’ampliamento del demanio sciabile, con nuovi impianti di risalita e nuove piste.

Inutile dire che in Italia abbiamo già 348 gli impianti in sofferenza ad alta e bassa quota: 132 impianti dismessi, 113 temporaneamente chiusi e 103 che sopravvivono grazie a contributi pubblici.
Ora, dai risultati della Carovana dei ghiacciai 2020, che si è appena conclusa, sappiamo che i ghiacciai alpini, le nostre “water tower” d’Europa, sono in forte sofferenza. Sappiamo che negli ultimi 50 anni la stagione sciistica si è ridotta di 38 giorni e secondo l’Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (SLF) d Davos di questo passo, entro la fine del secolo rischiamo di non avere più neve al di sotto dei 1200 m di quota e di averne ben poca anche a quote inferiori ai 1800 m slm.
La domanda che ci poniamo è: sono queste le misure di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici che Regione Lombardia intende attuare nelle aree montane? Non sarebbe ora di puntare a forme alternative di turismo, data la crescente domanda di modalità più soft di fruizione della montagna invernale?
La resistenza al cambiamento non solo è poco lungimirante: è insostenibile e inibisce il progresso.

Gabriella Suzanne Vanzan