Il progetto Sonnenlift nel comprensorio sciistico Klausberg (Valle Aurina, BZ) dimostra che il piano di settore impianti di risalita e piste da sci è obsoleto

Comunicato stampa delle seguenti associazioni firmatarie: Mountain Wilderness, Heimatpflegeverband, CAI – TAM Alto Adige, AVS, Dachverband

In Alto Adige si continua a costruire impianti di risalita e ad ampliare piste da sci nonostante i cambiamenti climatici e la crisi energetica. L’esempio più recente è quello del comprensorio sciistico Klausberg, in Valle Aurina, dove il progetto di rinnovo dell’impianto di risalita Sonnenlift comporta lo spostamento della stazione di monte verso il crinale e di conseguenza la costruzione delle relative piste di collegamento. Il controverso progetto è stato approvato dalla Giunta Provinciale poche settimane fa, nonostante il parere negativo del Comitato Ambientale. Le associazioni ambientaliste e alpiniste altoatesine criticano la procedura e chiedono una revisione dei piani regolatori comunali e del Piano di settore impianti di risalita e piste da sci.

Il caso Klausberg

In questi giorni sono saliti i primi escavatori per iniziare la costruzione della nuova cabinovia nel comprensorio sciistico del Klausberg. Il progetto, presentato da Klausberg AG alla fine del 2021 per il rinnovo dell’impianto di risalita “Sonnenlift” con l’ampliamento delle relative piste da sci, prevedeva il trasferimento delle stazioni a valle e a monte e la costruzione di 14 ettari di nuove piste. A tal fine erano stati previsti disboscamenti per 18 ettari, 250.000 m3 di movimenti terra, tra sterro  e riporto , nonché migliaia di metri quadrati di muri di sostegno, per lo più di altezze considerevoli. Fin dalla primavera del 2022 le associazioni ambientaliste hanno presentato diverse osservazioni e contestato questo progetto, perché si trova in una zona limitrofa al parco delle Vedrette di Ries, sito Natura 2000. Poche settimane fa la Giunta Provinciale ha comunque approvato all’unanimità il progetto, nonostante la decisione fosse in netto contrasto con le raccomandazioni del Comitato Ambientale.

Posizione inequivocabile  del Comitato   Ambientale

Il Comitato Ambientale provincuiale aveva definito il progetto ” fortemente sovradimensionato ” e lo aveva criticato: “La nuova posizione della stazione a monte, come anche le nuove piste vanno ad inserirsi in maniera prepotente nel territorio, forzandone la morfologia. La realizzazione di questo progetto comporterebbe degli sconvolgimenti indelebili dell’assetto paesaggistico del territorio, portando con sé esternalità negative che non comporterebbero solo gravi danni alla fauna e flora che caratterizzano la zona, ma andrebbero a compromettere anche la fruizione turistica-ricreativa del territorio. Le misure di compensazione e mitigazione proposte per il progetto non sono rilevanti se messe a confronto con gli impatti negativi derivanti dallo stesso.”

Lo spostamento della stazione a monte viene respinto, secondo la perizia, non solo a causa di un “consumo di suolo sproporzionato”, ma anche per motivi di sicurezza poiché in quella zona il terreno si presenta geologicamente instabile.

Problema con il piano delle piste da sci

Nonostante il Comitato Ambientale abbia motivato il proprio parere con robuste argomentazioni, la Giunta provinciale ha ignorato il parere degli esperti e ha approvato il progetto senza alcuna giustificazione. Sorprende è che la pubblicazione della delibera abbia richiesto ben tre settimane e mezzo, laddove normalmente sono sufficienti alcuni giorni. La Giunta provinciale conta sul fatto che lo spostamento dell’impianto era già previsto  nel piano provinciale delle piste da sci; piaccia al Comitato Ambientale o meno.

Il “Piano di settore impianti di risalita e piste da sci ” individua ampie zone sciistiche in prossimità delle strutture esistenti, all’interno delle quali è possibile realizzare piste e impianti di risalita con una procedura di approvazione semplificata. Nonostante il piano provinciale delle piste da sci abbia meno di dieci anni, alcuni dei progetti in esso contenuti sono stati pensati circa 20 anni fa, quando il cambiamento climatico era ancora uno scenario ipotizzato da pochi solitari che gridavano nel deserto. Molti di questi progetti hanno perso la loro giustificazione oggi a causa del cambiamento climatico sempre più evidente. Ma il problema è che il piano delle piste da sci è stato integrato nei piani urbanistici comunali e quindi – come nel caso  Klausberg,  l’approvazione è possibile, anche in presenza di un parere contrario del Comitato   Ambientale.

Prendere sul serio il piano clima provinciale

Il caso Klausberg sarà probabilmente solo uno dei tanti. La ricostruzione dell’impianto di risalita del Piccolo Monte Cuzzo a Maranza sarà presto autorizzata: anche in questo caso, il Comitato Ambientale ha espresso un parere completamente negativo. Nella stazione sciistica di Solda, la Giunta Provinciale ha autorizzato il collegamento per completare l’Ortler Ronda attraverso la costruzione di una nuova funivia “Hintergrat” che raggiunge la cima del Coston e la relativa nuova pista che distrugge una morena di grande valore ambientale. La delibera è stata impugnata dalle Associazioni ambietaliste in quanto l’area si trova nel Parco Nazionale dello Stelvio, ed è ora al vaglio del Consiglio di Stato .

Che la Giunta Provinciale prenda sul serio il proprio piano per il clima, è ormai necessario e cogente! In tempi di aumenti dei prezzi dell’energia e di cambiamenti climatici, decisioni come quella di Klausberg sono incomprensibili e contraddicono chiaramente la strategia di sostenibilità della Provincia. Quando dovrebbe essere messa in pratica questa strategia, se non ora?

Le associazioni ambientaliste criticano le scelte politiche della giunta provinciale, che sempre  più spesso approva interventi in contrasto con i pareri del proprio comintato ambientale, sdoganando una prassi in forte contrasto con gli indirizzi politici europei, che vorrebbero procedure trasparenti, partecipate dalla popolazione e uno sviluppo realmente sostenbile. A Bolzano purtroppo la giunta opera con prassi inaccettabili in contrasto con quello che vorrebbe la EU, che non rispettano l’ambiente e i popoli. Gli altoatesini non si meritano questa classe dirigente!

Le associazioni ambientaliste sostengono quindi la chiara posizione del Comitato   Ambientale e criticano questa ennesima svalutazione della Giunta relativamente ai pareri dei propri esperti. Chiediamo quindi la revisione dei piani urbanistici comunali e del piano provinciale per le piste da sci in modo che questi progetti, obsoleti  e ad alto consumo energetico, non siano più possibili – per il bene dei contribuenti e delle generazioni future.