In Italia e nelle Alpi l’ambientalismo più tenace è rappresentato al femminile

L’ambientalismo italiano, con sempre maggiore frequenza e convinzione affida la guida di tante associazioni al genere femminile. Di Luigi Casanova

Luigi Casanova

Dispiace vi sia poca attenzione su quanto accade, ormai da tempo, nella definizione degli organi dirigenti delle associazioni ambientaliste. In Italia come sulle Alpi. Partiamo dall’ambientalismo italiano, con sempre maggiore frequenza e convinzione affida la guida di tante associazioni al genere femminile. E’ donna la presidente di Italia Nostra (Ebe Giacometti) come del WWF Italia (Donatella Bianchi). In CIPRA Italia la presidenza è femminile da ben sette anni, prima con Federica Corrado, docente al Politecnico di Torino e oggi con Vanda Bonardo, responsabile, fra altri impegni, delle politiche alpine di Legambiente.

Ora CIPRA International, dopo 8 anni di guida al femminile con Katharine Conrandin (Già direttrice di Mountain Wilderness Svizzera) si affida ad una co-presidenza di ben due donne, fra le quali troviamo la precedente vicepresidente italiana Serena Arduino (Lombardia). Ora da presidente è accompagnata da Bianca Elzenbaumer (Trentino Alto Adige). Va anche messo in risalto l’incarico delicato affidato a Sofia Farina (Trentino Alto Adige), in rappresentanza della Consulta dei Giovani. Ma anche Mountain Wilderness riconferma il convinto investimento nelle capacità di direzione delle donne: nel Consiglio uscente le presenza femminile era di quattro su nove membri, ora, da giugno, tre su sette.

Accanto a tanta ricchezza va evidenziato come nell’ultima assemblea tenutasi la settimana scorsa a Biella CIPRA International abbia aderito al movimento No Women No Panel (Senza donne non se ne parla).

A questo proposito riporto il commento di Serena Arduino “- Penso che le donne nei consigli direttivi riflettano anche l’abilità e la giovinezza delle organizzazioni che le hanno elette, e mi piace rendere questo complimento a CIPRA International- ”.

Serena Arduino

Una cosa è certa. Queste donne, anche quando assumono incarichi meno prestigiosi, portano nelle associazioni freschezza, tenacia, una capacità di analisi e di “resistenza” poco riscontrabili in tanti uomini. E’ con fiducia e speranza che si accoglie questo straordinario protagonismo non casualmente nel terreno dell’associazionismo volontario. Luoghi dove non vi sono in gioco gestioni di poteri, ma nei quali ci si mette in gioco, una offerta spontanea e generosa di lavoro dedicato alla costruzione di un futuro di qualità e sobrietà della nostra umanità.

Luigi Casanova