INSILVA a Zoldo, molti spunti di riflessione e azione

Si è tenuta l’11 agosto l’iniziativa di INSILVA, promossa dal parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi, nella valle di Pramper (zoldano).

Sei le relazioni, tenute in mattinata e tutte accompagnate o da attori o da musica.

Luigi Casanova, guardia forestale in pensione, giornalista e ambientalista.
Cesare Lasen, geobotanico, componente del comitato scientifico di MW: cos’è una foresta;
Gianni Frigo, forestale e presidente del CAI Veneto, la foresta nascosta, nel sottosuolo;
Gianni Pavan, docente di ecologia all’Università di Pavia: la biodiversità e il valore paesaggistico del silenzio e dei suoni dei boschi;
Paola Favero, colonello dei carabinieri forestali in pensione, alpinista, socia MW: la gestione del bosco e la sua naturalità; la nostra “capa” assoluta;
Luis Carlos Barbato, agronomo: l’agricoltura di montagna, gli spazi aperti, la loro qualità.

Di seguito alcune foto della giornata e qualche riga estratta dall’intervento di Luigi Casanova.

Introduzione:

Mi è stato affidato un compito ingrato, quello di illustrare quanto sta avvenendo sulle montagne dolomitiche. Seguendolo troverete un inno alla depressione, alla demotivazione. Tenete comunque presente che ad ogni no di noi ambientalisti corrisponde una proposta alternativa, sia economica che sociale: queste nostre proposte alternative non vengono quasi mai accolte. Ma è utile proporvi questo quadro, perché da negatività si trasformi in uno scatto collettivo, in resistenza e azione nonviolenta di ognuno di voi, assieme alle associazioni qui rappresentate. Per poter ritornare ad essere propositivi e protagonisti delle scelte della montagna, tutti assieme, con accanto, come avviene oggi e sempre più spesso chi le montagne le abita e le ama. Invece, nella nostra povera Italia in troppi si ubriacano di un vuoto parlare “verde”. Mentre in tutto il mondo foreste e ambienti naturali bruciano e le calotte glaciali si assottigliano, nelle Dolomiti, e purtroppo lungo tutta la catena alpina, accade questo.

Conclusioni:

Se in Alto Adige ai cambiamenti climatici si risponde portando i cammelli in quota (giro del Sassolungo) io vi inviterei sul tema ad investire in altre strategie. La prima è quella del risparmio e quindi della riduzione drastica dei consumi. La seconda, molto affine, viene introdotta da Papa Francesco nell’enciclica Laudato Sì, laddove ci invita a riflettere sulla comprensione interiore della finitezza del mondo fisico: la sobrietà. In un ormai celebre discorso tenuto alla FAO nel 2015 così si esprimeva: “La sobrietà non si oppone allo sviluppo, anzi, è ormai evidente che è diventata una sua condizione”. Questo potrebbe essere il nostro percorso, su ogni aspetto che coinvolge la natura e un suo bene.

E per terminare vi leggo una riflessione di Enrico Berlinguer, gennaio 1997. Direi che non vi sia altro da aggiungere, se non intraprendere una impegnativa, continua e diffusa lotta su tutte le montagne italiane. Con l’aiuto di voi cittadini, una grande alleanza fra città e montagne, per difendere spazi che qualora ancora mortificati, diverrebbero irrecuperabili.

“Per noi l’austerità è il mezzo per contrastare alle radici e porre le basi del superamento di un sistema che è entrato in una crisi strutturale e di fondo, non congiunturale, di quel sistema i cui caratteri distintivi sono lo spreco e lo sperpero, l’esaltazione di particolarismi e dell’individualismo più sfrenati, del consumismo più dissennato.

L’austerità significa rigore, efficienza, serietà e significa giustizia; cioè il contrario di tutto ciò che abbiamo conosciuto e pagato finora, e che ci ha portato alla crisi gravissima i cui guasti si accumulano da anni e che oggi si manifesta in Italia in tutta la sua drammatica portata”.