Jeep camp 2019: le Dolomiti trasformate in un circuito off road per tre giorni
Dopo i concerti di Moroder e Jovanotti, le Dolomiti non conoscono pace: Visit Trentino annuncia il nuovo evento/delirio in calendario per quest’estate, ovvero il Camp Jeep 2019: “Si svolgerà a San Martino di Castrozza dal 12 al 14 luglio. Una tre giorni emozionante, dove gli iscritti al Jeep Camp 2019 potranno testare l”intera gamma di SUV Jeep, mettere alla prova la propria Jeep nei chilometri dei percorsi off-road nell”area e accedere a tantissime attività quali concerti di musica live e animazione per i più piccoli.
Nel cuore delle maestose Dolomiti sarà possibile vivere una nuova avventura in puro stile Jeep Jamboree, il più classico dei raduni a stelle e strisce”.
La sostanza è questa: seicento fuoristrada trasformeranno per tre giorni i boschi, riconosciuti Patrimonio Mondiale dell’Umanità per il loro valore estetico e paesaggistico e per l’importanza scientifica a livello geologico e geomorfologico, in un circuito off road privato.
Sul sito della casa automobilistica, che fa parte del Gruppo Fiat Chrysler Automobile, ci sono video delle passate edizioni che non lasciano dubbi: strade forestali totalmente devastate dal passaggio di enormi fuoristrada, cattivo gusto e maleducazione spacciata per avventura. Il cliché è sempre lo stesso e questa volta gli elementi ci sono tutti: indifferenza, ignoranza e insensibilità.
Se non stupisce più che le Amministrazioni siano ostaggio dei soldi di qualche sponsor e della miopia dei decisori, sorprende che grandi aziende non si rendano conto del danno di immagine che queste iniziative comportano.
Tutte le aziende hanno sempre più bisogno di comunicare le propria idea di sostenibilità (CSR): alcune per obblighi di legge (bilancio di sostenibilità), altre sollecitate da aspetti commerciali e di reputazione ma tutte, o quasi, hanno capito che i consumatori sono sempre più attenti ad aspetti legati alla sostenibilità del prodotto e della filiera produttiva.
Non può essere un caso che il Ceo del più grande fondo di investimento del mondo, Larry Fink di Blackrock, in una lettera aperta agli amministratori delegati delle principali società, abbia scritto: “La società sta chiedendo che le aziende, sia pubbliche che private, perseguano un obbiettivo sociale. Per prosperare nel tempo, ogni società deve non solo fornire una performance finanziaria, ma anche mostrare come può dare un contributo positivo alla società. Le aziende devono beneficiare tutti i loro stakeholders, includendo tra di essi azionisti, dipendenti, clienti e la comunità in cui esse operano”.
Solo Fiat Chrysler pare non essersene accorta…
Nicola Pech