La carovana del Giro d’Italia nel cuore del Parco del Gran Paradiso

Secondo il programma diffuso sui media è previsto che la tappa n. 13 del prossimo Giro d’Italia abbia come traguardo il Lago del Serrù, a 2300 metri di quota, nel cuore del Parco nazionale Gran Paradiso. Pubblichiamo la lettera che Toni Farina, consigliere dell’Ente di gestione del Parco, chiedendo che vengano stabiliti dei limiti

Gran Paradiso, parete Nord. Foto: Toni Farina

In qualità di consigliere dell’Ente di gestione del Parco nazionale Gran Paradiso ritengo doveroso portare alla sua attenzione la seguente problematica.
Secondo il programma diffuso sui media è previsto che la tappa n. 13 del prossimo Giro d’Italia abbia come traguardo il Lago del Serrù, a 2300 metri di quota, nel cuore del Parco nazionale Gran Paradiso.
Ritengo che tale scelta non sia assolutamente compatibile con le finalità di una area naturale protetta. Ma soprattutto non è compatibile con l’habitat naturale dell’alta Valle dell’Orco, sul versante piemontese del parco, dove si trova il sito prescelto.

L’evento avviene tra l’altro nel mese di maggio, periodo delicatissimo per la fauna. In alta Valle dell’Orco in tale periodo gli ungulati scendono sul fondovalle, gli stambecchi in particolare. E proprio lo stambecco, specie simbolo del parco, sta vivendo in questi ultimi anni una fase molto critica. È evidente che l’impatto della carovana del giro non sia sostenibile. Elicotteri, camion, il seguito di auto, la folla: il giro non è solo bicicletta.

Alla luce di queste considerazioni, essendo la zona interessata dall’evento compresa in un Sito di Interesse Comunitario della Rete Natura 2000, ritengo sia necessario attivare da parte degli enti di competenza la procedura formale della Valutazione di incidenza.
Al di là dell’impatto sulle specie naturali, la cui tutela è il primo compito istituzionale del parco, un evento come questo rischia di compromettere in modo sostanziale l’immagine del Parco nazionale Gran Paradiso.
Compito istituzionale di un parco naturale è anche quello di promuovere forme di fruizione molto diverse, che hanno nell’osservazione e comprensione dei fenomeni naturali la loro ragion d’essere.

Lago Serrù

E, di conseguenza, scoraggiare forme di fruizione essenzialmente sportive, soprattutto se impattanti come nel caso in questione.
L’evento Giro d’Italia con traguardo al Lago del Serrù rischia di determinare un danno economico anziché il prospettato vantaggio. E di essere al contempo un pessimo biglietto da visita per il centenario che il Parco nazionale Gran Paradiso, primo in Italia, si appresta a celebrare.
Alla luce di quanto espresso chiedo che la tappa si limiti ad arrivare a Ceresole Reale. Un traguardo più che degno, una tappa ugualmente spettacolare. Questa soluzione, sono certo, darebbe il giusto risalto alla valle e ai suoi comuni. L’impatto sull’ambiente naturale sarebbe limitato e l’immagine del parco non sarebbe compromessa. E anche l’immagine del ciclismo professionistico ne uscirebbe rivalutata.

Torino 19/11/2018
Antonio Farina