La montagna è di chi la protegge

Oltre 300 persone hanno preso parte al convegno “Ripensare alla montagna”, svoltosi lo scorso novembre presso la Fondazione Sella di Biella, in occasione dei trent’anni di Mountain Wilderness. Di Andrea Formagnana

Il presidente generale del Cai Vincenzo Torti li ha definiti «Grilli parlanti della montagna» i militanti di Mountain Wilderness (MW). E li ha ringraziati per aver stimolato il Sodalizio in direzione di una più efficace tutela delle «Terre Alte» e dei valori di questi territori così fragili e delicati.
E forse nessun’altra definizione come quella espressa da Torti poteva essere più azzeccata per caratterizzare il ruolo che in trent’anni di vita questa associazione, nata a Biella il 31 ottobre del 1987, ha sempre avuto.
Pur a costo di essere minoritaria, di essere accusata di oltranzismo e di integralismo MW non è mai venuta a patti con chi della montagna ha voluto e vuole farne mercificazione.
Dopo sei lustri dal momento fondativo in cui i più importanti alpinisti dell’epoca convennero a nella città laniera, su stimolo della Fondazione Sella e del Club Alpino Accademico, e firmarono quelle che oggi sono universalmente riconosciute come le “Tesi di Biella”, a volere una sorta di stati generale della montagna è stata la locale sezione del Cai.
“Ripensare alla montagna” è stato lo slogan che ha caratterizzato una serie di manifestazioni iniziate a settembre con un seminario dedicato alla stampa di settore e che hanno avuto il loro clou proprio a novembre con il convegno.

Bernard Marclay, Kurt Diemberger e Jordi Quera

Tre sessioni più un intermezzo letterario (sono intervenuti Paolo Cognetti e, collegato da Padova, Matteo Righetto) hanno visto la partecipazione di oltre trecento persone nei locali della Fondazione Sella. A sottolineare la simbolicità della location è stato Alessandro Gogna, tra i fondatori di MW. Nei padiglioni della vecchia fabbrica laniera, un tempo animati da centinaia di operai ai telai, si era succeduta una fase di abbandono e ora una di recupero con la creazione di un polo di ricerca e studio con un incubatoio di start-up. «Da un luogo così evocativo non si può non trarre ispirazione anche per guardare al modo di approcciarsi con la montagna». Una montagna, che imbiancata da una prima timida nevicata, è sempre stata incombendo come quinta scenica.
Il tema “Ripensare alla Montagna” è stato declinato sotto vari aspetti. Durante il mattino si è voluto fare un focus sull’antopizazzione, sull’abbandono ed il ritorno alla montagna. Il paesaggio delle Alpi è fortemente antropizzato e si è ragionato sui rischi che potrebbero derivare da un reinselvatichimento di questo spazio. L’agricoltura di montagna è stato un tema molto dibattuto. Francesco Pastorelli ha messo in guardia dalle politiche di sussidi Federico Chierico, giovane agricoltore che nella valle walser di Gressoney sta portando avanti un progetto di recupero di antiche varietà di ortaggi ha testimoniato l’importanza della sostenibilità economica di queste iniziative imprenditoriali.
Gogna nel pomeriggio ha moderata la sezione dedicata all’alpinismo ed alle nuove fruizioni della montagna. Perché negli ultimi anni oltre agli alpinisti ed agli escursionisti hanno fatto la loro comparsa gli skyrunners e i trial atleti.

Alessandro Gogna

È stato interessate, seppur tra qualche malumore dei puristi, ascoltare la voce di Alessandra Nicoletti del Tor des Geants. Non si può negare che grazie a chi si allena costantemente durante la settimana i Rifugi hanno trovato una nuova fonte di sostentamento.
Il convegno si è chiuso con la tavola rotonda moderata da Carlo Alberto Pinelli a cui ha preso parte il presidente di MW International Jordi Quera e le delegazioni internazionali. A Biella si è convenuto che con i cambiamenti climatici che modificano gli ecosistemi in quota e con l’evoluzione del profilo e delle necessità del turista che frequenta la montagna, è urgente una pianificazione nuova, lungimirante, in grado di pensare progetti sostenibili anche a lungo termine, quei progetti capaci di innescare processi economici virtuosi.

Carlo Alberto Pinelli

Il cammino pare tracciato e su questo MW sembra procedere in avanscoperta ritene di necessario ampliare il ventaglio degli interessi e degli scopi istituzionali suggeriti dalle Tesi di Biella trent’anni fa e includendovi i temi della biodiversità montana, del riscaldamento del pianeta, e del rapporto con le popolazioni che abitano nelle valli montane.
L’obiettivo ambizioso del Cai Biella, nelle parole del suo presidente Eugenio Zamperone, è «farsi promotore di un’alleanza tra tutte le associazioni e gli appassionati di montagna per raccogliere le sfide emerse».

Andrea Formagnana