La profetica battaglia di Langer

Di Vincenzo Passerini. Copyright: Il Trentino

Il grande lascito etico e politico di Alexander Langer non sta solo nelle sue idee e nelle sue battaglie, spesso anticonformiste e profetiche. Ma anche nella sua capacità di rivederle alla luce della realtà. Il vero sognatore si fa interrogare dalla realtà.

Langer fu un vero sognatore, innamorato della realtà dell’umanità
concreta, che soffre, spera, sbaglia, riprova. Se c’è una coerenza in lui è l’amore per l’umanità. Amore cristiano, esigente, fatto di gioia e di pesi da portare: “Vorremmo esistere per tutti ed entrare in contatto con tutti…Ma
che cosa ci spinge a farlo? L’amore per il prossimo. Dobbiamo prendere sul serio la tanto declamata carità cristiana, senza mezze misure”, scrisse quindicenne su un giornalino.

Mandatory Credit: Photo by Anonymous/AP/Shutterstock (7373304a) Famed mountain climber Reinhold Messner, left, and Alexander Langer, who both run for an alternative ticket opposite to the sued Tiroler Volkspartei, in the last regional election, seen during a press conference at the Foreign Press Club on in Rome. They discussed the theme “The South Tyrol after the Imsbruck march Reinhold Messner Alexander Langer, Rome, Italy


Da altre, sì, ma da questa scelta non si discostò mai. Alex nasce il 22 febbraio 1946 a Sterzing-Vipiteno, in Sudtirolo, primogenito di tre figli. La madre, Elisabeth Kofler, è farmacista, il padre Artur, di origini viennesi ed ebree, è medico ospedaliero. Gli odi etnici che dominano l’Alto Adige sono estranei alla famiglia. Alex frequenta medie e liceo dai Francescani a Bolzano. Promuove le prime iniziative interetniche. La profetica battaglia per la convivenza tra diversi lo vedrà impegnato per tutta la vita, anche a livello internazionale. Frequenta giurisprudenza a Firenze, partecipa ai movimenti, incontra don Milani e La Pira. Si laurea nel ’68, insegna nelle superiori a Bolzano. Si laurea in sociologia a Trento. Diventa comunista, non del partito, ma in Lotta Continua per il cui giornale scrive da Francoforte. Lascia la Chiesa, non il cristianesimo. Dà vita a nuove esperienze politiche interetniche. Nel ’78 fonda la Neue Linke-Nuova sinistra, è eletto nel Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige. Lancia la dirompente campagna contro l’obbligo di dichiarazione di appartenenza etnica. Fonda la Lista alternativa per un altro Sudtirolo. Si sposa a Firenze nell’84 con Valeria Malcontenti.
Fonda i Verdi italiani, è per loro parlamentare europeo. Conversione ecologica, nuovi stili di vita, sobrietà, responsabilità verso le nuove generazioni (“più lento, più profondo, più dolce” il suo motto), nuovi
rapporti Nord-Sud, pace e diritti umani sono i suoi grandi temi.

Spirito libero, è contrario all’aborto e alla fecondazione artificiale e, sconvolto dai massacri nella ex Jugoslavia, chiede l’intervento militare internazionale. Il 3 luglio 1995, lasciando tutti sgomenti, si toglie la vita a Firenze.
“I pesi mi sono divenuti davvero insostenibili, non ce la faccio più. Continuate in ciò che era giusto”, lascia scritto.