La Provincia di Sondrio vuole cambiare il Piano Territoriale, in vista nuovi collegamenti sciistico/impiantistici. Si punta ai soldi del Recovery Fund?

È stata fissata dalla Provincia di Sondrio per il giorno 31 marzo 2021 la prima Conferenza di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) relativa al procedimento di integrazione e aggiornamento del vigente Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, avviato il 6 febbraio 2020. VEDI SITO PROVINCIA DI SONDRIO

Il PTCP è secondo la Legge lo strumento di pianificazione provinciale finalizzato al governo delle risorse territoriali attraverso la loro tutela e valorizzazione; la Conferenza ha carattere introduttivo ed è volta ad illustrare il Rapporto Preliminare e ad acquisire pareri, contributi e osservazioni nel merito.

Come risulta dalla lettura della documentazione pubblicata sul sito della Provincia di Sondrio, fra i progetti proposti vi sono quelli relativi ai collegamenti sciistico/impiantistici fra Livigno e Santa Caterina Valfurva con la creazione di un nuovo dominio sciabile ed ampliamento dell’esistente, costruzione di nuovi impianti di risalita e potenziamento degli impianti accessori con creazione di bacini idrici artificiali volti ad alimentare la produzione di neve “programmata”.

Tali progetti sono proposti dagli impiantisti e dai Comuni di Bormio, Valdisotto e dalla Comunità Montana Alta Valtellina che a suo tempo commissionò lo studio “Piano di orientamento e sviluppo delle stazioni sciistiche dell’Alta Valtellina” redatto nel 2019 dal dott. ing. Erwin Gasser di Brunico; il piano contempla proprio i suddetti collegamenti, che avrebbero un impatto devastante sugli habitat coinvolgendo territori sino ad ora liberi da infrastrutture e oasi di biodiversità.

Fra l’altro si prevede di coinvolgere anche il territorio della Vallaccia di Livigno dove già nel 2016 la magistratura si pronunciò contraria alla realizzazione di impianti, sospendendo i lavori a motivo del fatto che le strutture ricadevano “in area esclusa dal dominio sciabile, soggetta a tutela paesaggistica e di conservazione ambientale”. Molte altre opere del “piano Gasser” ricadrebbero nel territorio del Parco Nazionale dello Stelvio.

Oggi Livigno conta 44 impianti con 115 chilometri di piste, Bormio e Valdidentro 50 chilometri con 15 impianti, Santa Caterina 35 chilometri e 9 impianti; il progetto prevede un investimento di oltre 100 milioni di euro per la realizzazione di dieci nuovi impianti di collegamento nel contesto delle opere ritenute necessarie per l’adeguamento dei comprensori sciistici dell’Alta Valtellina allo svolgimento delle Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026, oltre alla già certa realizzazione di un villaggio olimpico a Livigno e del restyling di piste ed impianti già esistenti.
Un occhio di particolare riguardo è rivolto alla distribuzione del Recovery Fund: da tempo gli amministratori locali, Comunità Montana e sindaci in testa, sostengono infatti che l’attività svolta dagli impianti di risalita deve essere assimilabile al trasporto pubblico di persone e come tale sostenuto con risorse pubbliche superando i vincoli di legge.

Il problema principale è proprio di origine vincolistica: esiste una normativa regionale che vieta la realizzazione di nuovi impianti di risalita e nuove piste da sci in zone ZPS, inoltre il collegamento Bormio – S. Caterina Valfurva è situato all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio. Per questo il vice sindaco di Livigno, Remo Galli, assicura: «Non abbiamo nessuna intenzione di deturpare lʼambiente, ma sostituiremo i vecchi impianti con strutture nuove, tecnologicamente avanzate, a impatto zero, o quasi». Se l’obiettivo principale della VAS è valutare gli effetti ambientali dei piani o dei programmi prima della loro approvazione, durante ed al termine del loro periodo di validità, con la promozione della partecipazione pubblica nei processi di pianificazione-programmazione, è diritto/dovere delle associazioni di protezione ambientale essere presenti alla Conferenza.

Guido Morcelli e Fabio Valentini